Le associazioni per l’acqua pubblica chiedono come futura gestione del servizio idrico l’Azienda Speciale Consortile. Ma il direttivo dell’Ati, Assemblea Territoriale Idrica, composta dai sindaci, però, avrebbe optato per una Spa a capitale pubblico.
Il direttivo dell’Assemblea Territoriale Idrica avrebbe individuato come futura gestione del servizio idrico una Spa a capitale pubblico. Decisione con la quale si darebbe via al percorso che potrebbe portare a questa gestione. Per fare ciò, è necessario che la proposta sia approvata prima dall’Assemblea e poi dai vari consigli comunali. Un procedimento che si prospetta molto lungo e che richiederà, probabilmente, almeno diversi mesi.
Il voto del direttivo Ati, però, non ha visto un voto univoco, segno che la decisione non ha messo d’accordo tutti i componenti dello stesso direttivo. Alcuni avrebbero chiesto una futura gestione del servizio idrico attraverso un’Azienda Consortile Speciale Pubblica.
A chiederla più di tutti sono comunque le associazioni per l’acqua pubblica che da tempo sostengono l’Azienda Consortile Speciale come unico modo per garantire un servizio veramente pubblico. Associazioni che da tempo, anche con manifestazioni pacifiche, si battono per superare l’era Girgenti Acque e arrivare alla tanto agognata gestione pubblica dell’acqua.
Il coordinamento Titano per l’acqua pubblica, coordinato da Gaetano Milioto, si dice anch’esso sostenitore dell’Azienda Speciale Consortile. Una circostanza che, secondo Milioto, potrà controllare meglio l’operato del nuovo gestore. Più di quanto fatto in passato, secondo il coordinamento, dagli organi di controllo che dovevano monitorare il corretto svolgimento del servizio idrico ma che si sono dimostrati carenti in tal senso.
“Siamo molto preoccupati dell’orientamento espresso dai vertici dell’ Ati – scrive Milioto – e ci auguriamo che gli stessi, unitamente a tutti i sindaci componenti l’ Assemblea, possano orientarsi verso l’Azienda Speciale Consortile, non dimenticando che siamo già arrivati al settimo mese dalla risoluzione contrattuale e che in estate i problemi sono destinati ad acuirsi”.
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