L’Assemblea Territoriale Idrica ha approvato la nuova forma di gestione per il servizio idrico integrato. Alla fine è stata scelta la società consortile di comuni pubblica.
Con la lettera A si votava per la Spa pubblica, con la lettera B per l’azienda speciale consortile. Alla fine quasi tutti hanno votato B. Così, ieri pomeriggio, l’Assemblea Territoriale Idrica composta dai sindaci dei comuni agrigentini ha scelto l’azienda speciale consortile come nuova forma di gestione del servizio idrico integrato che succederà all’era di Girgenti Acque.
Nessun primo cittadino ha votato per la Spa, che le proteste e l’impegno delle associazioni per l’acqua pubblica siano riusciti a fargli cambiare idea? A votare per la consortile – fortemente richiesta dalle associazioni – sono stati 31 sindaci. Un solo comune assente, Casteltermini, e nove astenuti: Alessandria Della Rocca, Bivona, Burgio, Camastra, Cammarata, Cianciana, Menfi, Santa Margherita e Santo Stefano Quisquina. Molti di loro, punto interrogativo solo su Camastra, aspirano a mantenere la gestione diretta del servizio idrico.
“Un momento storico – ha commentato la sindaca di Sciacca Francesca Valenti, presidente dell’ATI -. Finalmente consegniamo agli utenti un bene essenziale”. “L’acqua torna pubblica, finisce l’era di Girgenti Acque Spa – aggiunge la sindaca di Montevago, Margherita La Rocca Ruvolo -. Sarà un’azienda speciale consortile e non più una società per azioni a gestire il servizio idrico nell’agrigentino”.
La scelta della nuova forma di gestione dell’acqua arriva dopo che nel novembre dello scorso anno Girgenti Acque venne raggiunta da una interdittiva antimafia della Prefettura. Al momento la società si trova commissariata.
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