Era stato condannato in primo grado per avere accettato 40 palme destinate alla propria villa di Montaperto in cambio, secondo l’accusa, del cedimento di un grosso appalto. La Corte d’Appello assolve l’ex presidente della Provincia Eugenio D’Orsi.
Per i giudici della Corte d’Appello di Palermo “il fatto non sussiste”. L’ultimo presidente della provincia regionale di Agrigento, Eugenio D’Orsi, è stato assolto con una sentenza che ribalta quella di primo grado che nel maggio del 2017 lo aveva condannato a 4 mesi di reclusione.
L’accusa è quella di essersi fatto recapitare 40 palme per la sua villa di Montaperto in cambio dell’affidamento di un grosso appalto della Provincia al vivaista che aveva fatto il generoso dono, dal quale l’Ente avrebbe acquistato molte piante.
Secondo la sentenza dei giudici di primo grado, Eugenio D’Orsi era da ritenersi colpevole perché, anche a voler credere alla tesi secondo la quale l’ex presidente della Provincia avrebbe ricevuto il dono senza avere accordato nulla in cambio (ipotesi sulla quale si era nutrito tra l’altro un certo dubbio), il fatto stesso che D’Orsi avesse accettato e non rispedito indietro le 40 palme lo avrebbe reso colpevole di corruzione impropria.
Secondo il difensore dell’ex presidente, Daniela Posante, non si configura invece nessun reato. Manca, secondo la tesi difensiva, un collegamento tra le palme arrivate nella villa di D’Orsi e l’acquisto delle piante da parte della Provincia. In assenza di questo passaggio, secondo l’avvocato Posante non si profilerebbe alcuna corruzione in quanto i due fatti sarebbero completamente sganciati tra di loro.
Tesi accolta dai giudici della Corte d’Appello che hanno cancellato la condanna decisa in primo grado. Con questa si concludono le tante vicende giudiziarie che per diversi anni hanno coinvolto l’ex presidente D’Orsi. Lo stesso avrebbe commentato in lacrime la lettura del verdetto.
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