2 anni e 6 mesi. Questa la condanna chiesta in appello per i due imputati nel processo scaturito dalla tragedia di via del Carmine, avvenuta il 23 gennaio del 2010 a Favara. Quel giorno, a seguito del crollo della loro casa, morirono le sorelline Marianna e Chiara Pia Bellavia.
Era il 23 gennaio 2010 quando, a seguito del crollo della loro casa, morirono le sorelline Marianna e Chiara Pia Bellavia. Sono passati quasi 9 anni da quella tragedia avvenuta in via del Carmine – nel pieno centro storico della città di Favara – e la vicenda giudiziaria che ne è scaturita, continua.
Il sostituto procuratore generale di Palermo, Giuseppina Motisi, ha chiesto due condanne in appello a 2 anni e 6 mesi. Imputati sono l’architetto Sebastiano Dispenza, ex dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Favara, e Antonio Noto, il proprietario della palazzina il cui crollo ha posto fine prematuramente alla vita delle sorelline di 14 e 3 anni, rimaste fatalmente bloccate sotto le macerie.
Dispenza e Noto, in primo grado, erano stati condannati a 3 anni di reclusione. Le accuse erano il disastro e l’omicidio colposo plurimi. Quest’ultima imputazione è stata ritenuta prescritta, motivo per cui la pena che adesso viene chiesta in appello è inferiore di sei mesi a quella decisa nel primo grado di giudizio.
Secondo quanto accertato nel processo, i due imputati avrebbero consentito che la famiglia Bellavia abitasse in quello stabile, una struttura fatiscente, come altre che ancora oggi occupano il centro storico di Favara, nonostante fossero consapevoli del rischio del crollo.
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