Secondo l’accusa una coppia, un uomo e una donna, zii di un disabile, tenevano legato al letto con una catena il nipote disabile psichico. Scoperta a Naro una casa degli orrori. I carabinieri li hanno denunciati e arrestati.
A Naro è stata scoperta una casa degli orrori.Una coppia di coniugi, Angelo e Andreina Vinci, 53 e 52 anni, avrebbero tenuto segregato in casa il nipote disabile psichico addirittura incatenandolo per un piede. La casa degli orrori, a pochi passi dal Duomo di Naro, è stata scoperta dai carabinieri della locale Stazione, agli ordini del maresciallo Marco Gelardi, e della Compagnia di Licata, guidata dal capitano Francesco Lucarelli.
La coppia, ossia gli zii del trentaduenne disabile, è finita in manette.
Secondo l’inchiesta coordinata dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dal sostituto Gloria Andreoli sono accusati di sequestro di persona e maltrattamenti. Il disabile era stato affidato alla zia, che percepiva per questo l’indennità di accompagnamento, in seguito ai problemi psichici della sorella.
Dopo intercettazioni e pedinamenti, i carabinieri hanno fatto irruzione all’interno di quell’abitazione e hanno liberato il ragazzo. All’arrivo dei militari, i due tutori si sono mostrati sorpresi. Al piano superiore i carabinieri hanno trovato il letto sistemato nell’atrio del corridoio. Sotto le coperte c’era il giovane, la cui caviglia era legata con una catena al telaio del letto. I militari, consapevoli della delicatissima situazione mentale del trentenne, lo hanno rassicurato e gli hanno manifestato, con attenzioni e carezze, affetto. Il giovane ha addirittura aiutato i carabinieri ad aprire i due lucchetti. E quando si è rimesso in piedi li ha, calorosamente, ringraziati.
Del ragazzo si occupò per ben due volte la famosa trasmissione Rai “Chi l’ha visto”: la prima volta nel 2009 quando il giovane si allontanò da Naro in direzione Napoli venendo rintracciato poco dopo; il secondo episodio è più recente e risale al 19 maggio 2016 quando i carabinieri di Pizzo Calabro identificarono il disabile che era stato fatto scendere da un treno diretto al Nord perché senza biglietto. I miliari calabresi riconobbero il ragazzo proprio grazie alla puntata della trasmissione televisiva.
L’indagine nasce dalla segnalazione dei coniugi di una vicina di casa che, insospettita da strani rumori, decide di avvisare i carabinieri. Da quel momento viene monitorato l’appartamento con l’installazione di cimici e telecamere supportate da attività di pedinamento e intercettazione telefonica.
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