Ricorso contro la scarcerazione della comandante della nave Sea Watch 3, Carola Rackete. La Procura di Agrigento sarebbe pronta a rivolgersi alla Suprema Corte della Cassazione per fare ricorso contro la decisione del gip Alessandra Vella.
Sarebbe già pronto il ricorso in Cassazione della Procura della Repubblica di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio, contro il provvedimento di scarcerazione di Carola Rackete, la comandante della nave Sea Watch 3 arrestata a Lampedusa alla fine di giugno. Rackete venne arrestata dopo essere entrata in porto, il 29 dello scorso mese, con una quarantina di migranti a bordo, disobbedendo allo stop della Guardia di Finanza e speronando una motovedetta delle Fiamme Gialle.
Il ricorso della Procura contro la decisione del gip Alessandra Vella, che non aveva convalidato l’arresto della comandante della Sea Watch 3, dovrebbe essere depositato nei prossimi giorni presso la Cassazione. Particolare che, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe stato confermato dagli ambienti giudiziari. Il ricorso pare che verrà depositato non più tardi del prossimo mercoledì.
Pare che l’obiettivo possa essere quello di ottenere un pronunciamento da parte della Suprema Corte che possa divenire un punto di riferimento per quanto riguarda le inchieste sulle Ong, le navi umanitarie, e sull’eventuale divieto di ingresso nelle acque territoriali disposto dal decreto sicurezza Bis.
Intanto giovedì prossimo Carola Rackete tornerà ad Agrigento per essere interrogata dal procuratore aggiunto Salvatore Vella. L’interrogatorio rientrerebbe nell’ambito non dell’arresto ma dell’inchiesta parallela, quella per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per violazione del decreto sicurezza bis.
Secondo il gip Alessandra Vella, che aveva fatto scarcerare la giovane “capitana”, la resistenza a pubblico ufficiale sarebbe stata scriminata dall’obbligo di Rackete di adempiere al dovere primario di un comandante che è quello di garantire la sicurezza delle persone a bordo. La scelta del porto di Lampedusa, secondo la giudice, non sarebbe strumentale in quanto quelli della Libia e della Tunisia non sarebbero stati ritenuti porti sicuri.
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