Operazione antimafia “Assedio” stanotte tra Licata e Campobello di Licata. I carabinieri hanno eseguito sette fermi di indiziato di delitto emessi nei confronti di vertici e affiliati delle famiglie mafiose. Arrestato un consigliere comunale.
Sono ritenuti essere i vertici e gli affiliati delle famiglie mafiose di “Cosa Nostra” di Licata e Campobello di Licata. Parliamo di sette persone che sono state fermate all’alba dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento con l’accusa di associazione mafiosa. Si tratta di: Angelo Occhipinti, 64 anni, ritenuto il reggente della “famiglia” di Licata, Raimondo Semprevivo, Vincenzo Bellavia, Angelo Graci, Giuseppe Puleri, Giuseppe Salvatore Spiteri e Giuseppe Scozzari, attuale consigliere comunale. Quest’ultimo accusato di concorso esterno.
Nell’inchiesta risultano indagati, ma non è stato eseguito alcun provvedimento di fermo perché sono già in carcere, anche Vincenzo e Gabriele Spiteri.
A ordinare l’operazione con il nome in codice “Assedio” la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo con l’aggiunto Paolo Guido e i sostituti Geri Ferrara, Claudio Camilleri e Alessia Sinatra; a eseguirla oltre 100 militari, supportati da un elicottero e da unità cinofile.
I particolari dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Agrigento. L’indagine dei militari dell’Arma è partita nell’ottobre del 2017.
Sono stati filmati degli incontri segreti e dei summit fra gli elementi di vertice e gli affiliati della consorteria mafiosa. Gli inquirenti avrebbero accertato persino un’estorsione per lavori edili realizzati in Germania. Documentati gli interessi del sodalizio nel settore delle estorsioni e delle slot machines distribuite dall’organizzazione tra gli esercizi commerciali del territorio. L’organizzazione mafiosa si sarebbe occupata anche della gestione dei parcheggi destinati ai bagnanti che frequentavano note località balneari, come la Mollarella di Licata, con introiti che andavano dagli 800 ai mille euro al giorno.
L’operazione eseguita questa notte –secondo gli investigatori- ha di fatto disarticolato le famiglie mafiose di Licata e Campobello di Licata. “Davanti a questo ragazzo ci togliamo tutti il cappello”, così parlava Occhipinti del figlio di Totò Riina, Giuseppe Salvatore. Dai dialoghi captati emergerebbe anche la possibilità di compiere un omicidio, “stuccare” un licatese, proprio su ordine di Riina. La questione sarebbe stata poi alla fine appianata dalla famiglia mafiosa senza spargimento di sangue.
Inoltre pare che in una delle intercettazioni captate ci siano anche riferimenti al deputato regionale Carmelo Pullara, 48 anni, eletto all’ultima tornata regionale e oggi membro della Commissione regionale antimafia. “È a disposizione nostra”, avrebbe detto il boss Occhipinti di Pullara.
Le telecamere dei militari sarebbero riuscite anche a immortalare una passeggiata a braccetto tra il boss Occhipinti e il consigliere comunale Giuseppe Scozzari. Secondo gli inquirenti quest’ultimo avrebbe stretto un accorto con il boss mafioso per essere eletto in Consiglio Comunale nel 2018. In cambio avrebbe garantito la sua disponibilità all’organizzazione in diverse circostanze, sfruttando anche il suo lavoro di responsabile del servizio tecnico dell’ospedale di Licata, nonché di influente funzionario dell’Asp di Agrigento.
Le intercettazioni dei carabinieri sono state in parte ostacolate da un disturbatore di frequenze utilizzato dall’organizzazione. Sono in corso attività di decrittazione. L’operazione dei carabinieri è stata chiamata “Assedio” perché molte attività mafiose sarebbero state organizzate all’interno di un magazzino vigilato da elementi dell’organizzazione e da cani di grossa taglia. Una sorta di “fortino” – come lo ha definito il comandante provinciale dei Carabinieri, Giovanni Pellegrino – che è stato espugnato dai militari.
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