Le finanze delle ex Province siciliane sono in profondo rosso. Nel 2018 il disequilibrio globale è di oltre 155 milioni. L’ente intermedio messo meno peggio è il Libero Consorzio Comunale di Agrigento che ha un disequilibrio finanziario di “soli”, per così dire, 3,7 milioni euro.
Tra tutte le ex Province della Sicilia, Agrigento è quella che sta meglio. A dire il vero sarebbe più corretto dire che è quella messa meno peggio. Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento ha infatti un disequilibrio finanziario di 3,7 milioni di euro.
È quanto emerge dal dossier in mano all’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, che sta negoziando con lo Stato la via d’uscita per le ex Province senza bilancio di previsione e ormai a un passo dal baratro.
Secondo il monitoraggio effettuato dal Dipartimento autonomie locali della Regione, il disequilibrio finanziario globale delle ex Province in Sicilia nel 2018 è pari a 155,4 milioni di euro, quasi il doppio rispetto all’anno precedente quando fu di 82,6 milioni di euro.
La situazione peggiore è a Catania e Siracusa, con uno squilibrio rispettivamente di 35,7 e 35,3 milioni di euro. Seguono Palermo con un “buco” di 23,4 milioni, Trapani con un disequilibrio pari a 15,7 milioni, Messina 13,5 milioni, Ragusa 11,9 milioni, Enna 8,4 milioni, Caltanissetta 7,5 milioni e Agrigento, appunto, con un “buco” di 3,7 milioni di euro.
Una profonda crisi degli enti intermedi, evidenzia la Regione, che “ha compromesso l’erogazione di servizi, in particolare la gestione della rete stradale di competenza, l’assistenza ai disabili, il supporto alle scuole di secondo grado, l’edilizia scolastica” e che “ha messo in discussione la continuità del rapporto di lavoro dei dipendenti”.
Per la Regione le cause principali di questa grave situazione finanziaria delle ex Province siciliane sono da attribuire allo Stato, alla drastica riduzione o azzeramento dei trasferimenti statali e al prelievo forzoso operato, appunto, dallo Stato attraverso il contributo di finanza pubblica. Per il 2018 il contributo per i conti dello Stato grava sulle ex Province siciliane per 277,1 milioni di euro, pari al 42% delle uscite degli enti siciliani. “Senza questo contributo – spiega la Regione – gli enti potrebbero risolvere gran parte delle loro criticità finanziarie”.
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