La percentuale di raccolta differenziata a Favara, dall’inizio del 2018 al mese di settembre, ha praticamente raddoppiato il suo valore. Valore che però rimane comunque troppo basso per gli standard regionali, ma che potrebbe subire un altro notevole incremento una volta che la Regione renderà noti i dati relativi all’ultimo trimestre del 2018, periodo in cui a Favara è stata avviata la differenziazione tra organico e secco residuo.
Concluso il 2018, per i Comuni siciliani che non hanno raggiunto la soglia del 65% di raccolta differenziata si preannunciano novità da parte della Regione. Novità riguardanti sanzioni (che dovrebbero essere progressive e più pesanti man mano che la percentuale scende) e sovrapprezzi sui costi di conferimento dei rifiuti in discarica.
I dati presenti al momento sul sito ufficiale della Regione Siciliana forniscono uno spaccato del livello raggiunto mensilmente, in termini di raccolta differenziata, da ognuno dei 390 comuni della Trinacria. Mancano però i dati relativi all’ultimo trimestre del 2018, da ottobre a dicembre.
Il trend delle percentuali di raccolta differenziata in Sicilia, in generale, mostra un incremento di circa il 10%. Se a gennaio 2018 la media regionale di raccolta differenziata stava al 24,6%, a settembre il valore è cresciuto fino al 35,4%.
Il comune di Favara, lo scorso anno, non ha cominciato nel migliore dei modi. A gennaio la raccolta differenziata si è fermata a un magro 13,7%, scesa ancora di più a febbraio con il minimo annuo, 11,5%. 12,6% a marzo, piccolo incremento ad aprile, dopo l’appello del responsabile del servizio dei rifiuti a Favara, Giuseppe Pullara, con un 16% di differenziata.
Da maggio, poi, in contemporanea con l’insediamento dell’attuale assessore comunale con delega al territorio e ambiente, Giuseppe Bennica, il “salto”. La percentuale di raccolta differenziata nella città dell’agnello pasquale è salita al 24,6% ed è cresciuta ancora nel mese di giugno, chiuso con un 25,3%. Lieve flessione a luglio, la percentuale era scesa al 22,7%, ad agosto è poi risalita al 25,8% e infine a settembre si è attestata al 22,9%.
Analizzando questi numeri, la prima cosa che salta all’occhio è il raddoppio della percentuale – e dunque della differenziata compiuta dai favaresi – dai primi mesi dell’anno a quelli immediatamente successivi all’insediamento dell’assessore Bennica, che si dice soddisfatto per questo risultato. Una percentuale di differenziata che oscilla tra il 20 e il 25% che dunque non risulta sufficiente agli standard richiesti dalla Regione e pone la città di Favara agli ultimi gradini della classifica regionale sui comuni e la loro percentuale di raccolta differenziata.
A occupare i primi posti, nel più dei casi, sono però centri che contano dai mille ai 5 mila abitanti o comunque sotto i 10 mila residenti registrati. Realtà locali sicuramente più facili da amministrare rispetto ai centri di medie o grandi dimensioni. Non mancano però esempi, tanto per rimanere in zona, come quello di Agrigento. Il comune del capoluogo ha iniziato il 2018 con una percentuale di raccolta differenziata ferma al 26,1%, ma in appena due mesi ha poi sempre superato la soglia del 60%.
Come detto, i dati della Regione si fermano a settembre dell’anno appena passato. Mancano quelli relativi, comune per comune, ai mesi di ottobre, novembre e dicembre. Proprio i mesi in cui a Favara si è cominciato a separare l’indifferenziato in organico e secco residuo. Proprio per la quantità di organico conferito dai cittadini favaresi, la percentuale di raccolta differenziata della città dell’agnello pasquale ha verosimilmente subito un notevole incremento nell’ultimo trimestre del 2018.
“Sono soddisfattismo di questi dati, – ci dice l’assessore Giuseppe Bennica- perché abbiamo un servizio con un solo mastello e che arrivava da tre anni di differenziata bloccata all’11-12%. Con un’azione capillare, sempre con un solo mastello, -ha concluso Bennica- siamo riusciti a raddoppiare in poco tempo e arrivare al 55%, su base mensile, con l’organico”.
Commenta articolo