La cattedrale di Agrigento, che da tempo fa tanto parlare di sé e soprattutto delle preoccupazioni legate al rischio crollo del duomo e del sottostante colle San Gerlando, è chiusa dal sempre più lontano 2011.
Una grave situazione di pericolo, prima ancora che storico–culturale, per le sottostanti abitazioni ed esercizi commerciali di via XXV aprile. Sui ritardi che, di fatto, hanno aggravato un problema di per sé già compromesso, la Procura della Repubblica di Agrigento vuole vederci chiaro.
Ed ecco dunque questa mattina la ”visita” dei carabinieri, su mandato proprio della Procura, nei pressi ed all’interno della cattedrale. Sul posto i militari dell’Arma del comando provinciale, quelli del centro anticrimine ed i colleghi del nucleo Tutela Patrimonio Culturale.
Il sopralluogo ha avuto come obiettivo quello di setacciare l’intera area. Sono stati effettuati rilievi – anche con l’ausilio di un drone – ed intanto si sta cercando di ricostruire ”l’odissea burocratica” che, rallentando a dismisura l’intero iter per il ripristino del duomo, ha portato all’attuale situazione di precarietà, se non di emergenza, della struttura.
Questa mattina assente il procuratore capo Luigi Patronaggio, che comunque lo scorso novembre aveva visitato il luogo in maniera informale.
E se per la cattedrale in sé si attende l’apertura del cantiere e l’inizio dei lavori per la messa in sicurezza, la gara d’appalto era stata aggiudicata dall’Urega, dall’altro – cioè il fronte del consolidamento del colle San Gerlando al fine di mitigare il dissesto idrogeologico – si è ancora in attesa che la burocrazia faccia il suo corso.
In merito al ”caso Cattedrale”, giovedì prossimo dovrebbe arrivare ad Agrigento il neo Assessore Regionale al Territorio e Ambiente, Totò Cordato, per annunciare le fasi degli interventi previsti.
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