Un’operazione antiracket denominata “Ouster” è stata esegita all’alba di oggi a Laicata dagli uomini del locale commissariato di Polizia e dagli Agenti della Squadra Mobile di Agrigento. Nelle indagini fondamentale la collaborazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza. 6 le ordinanza di custodia cautelare emesse, 3 in carcere ed altrettante ai domiciliari. Le celle del carcere si sono spalancate per il 58enne Angelo Occhipinti, il 54enne Giuseppe Galanti e il 61enne Pasquale Antonio Cardella, tutti di Licata. Per Occhipinti e Pasquale Cardella è scattato anche l’aggravante mafioso. Ai domiciliari invece sono finiti gli agrigentini, Giuseppe Cardella e Gianluca Vedda, rispettivamente di 31 e 37 anni ed il gelese Giuseppe Claudio Cardella. Le accuse loro contestate sono a vario titolo di con estorsione aggravata dal metodo mafioso ed intestazione fittizia di beni. Dalle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo è emerso come l’organizzazione avrebbe creato un giro estortivo che imponeva alle ditte edili che si aggiudicavano lavori nel comprensorio licatese, di fornire materiali riconducibili a loro e di pagare il pizzo per un importo pari al 2% sul valore complessivo dei lavori. Ad incastrare l’organizzazione, la collaborazione di alcuni imprenditori. Il Lavoro svolto dal nucleo di polizia tributaria delle fiamme Gialle invece ha permesso di fare luce su un giro fittizio di beni riconducibili alle ditte il cui amministratore era Pasquale Cardella. Nello specifico, la DDA di Palermo ha chiesto il sequestro preventivo di una società e di una ditta individuale. Per gli inquirenti, l’operazione Ouster, rappresenta un importante passo avanti nel cambio di mentalità, specie degli imprenditori, che oltre alla pressione fiscale, devono fare i conti anche con la criminalità organizzata.
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