Un’inchiesta si era aperta qualche giorno fa, ma adesso Joseph Mifsud, ex presidente del Consorzio Universitario agrigentino, è stato iscritto nel registro degli indagati. L’accusa è di peculato, truffa e abuso d’ufficio sulla base di un esposto dell’attuale presidente del Consorzio, Giovanni Di Maida. Avrebbe effettuato spese ‘pazze’ quando era a capo dell’ente, dal 2009 al 2012.
Di Mifsud si sono perse le tracce, è l’uomo chiave del Russiagate, lo scandalo che ha portato alla procedura di impeachment per Donald Trump. Ora su di lui indaga anche la procura di Agrigento. Mifsud è ritenuto da molti una spia russa.
Dal 2009 al 2012 avrebbe fatto ripetuti viaggi in Russia, Malta, Usa, Inghilterra, Libia, Libano e Bulgaria, quasi sempre accompagnato “da sconosciute giovani donne dell’Est”. La denuncia riguarda anche telefoni cellulari, almeno cinque, comprati e poi spariti nel nulla, bollette telefoniche, anche da 4 mila euro al mese, per telefonate fatte prevalentemente in Russia e anche in altri Paesi dell’Est. Un buco di oltre 200.000 euro.
Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, e il pm Chiara Bisso, dopo aver aperto un fascicolo contro ignoti per le accuse di abuso di ufficio e truffa, lo hanno adesso formalmente iscritto nel registro degli indagati anche per l’ipotesi di peculato. L’ufficio inquirente agrigentino ha attivato le procedure per la notifica, molto complesse anche perché i sospetti sono quelli che possa non essere più in vita.
In America Mifsud è accusato di aver venduto un “dossier” riservato contenente email rubate dai russi a Hillary Clinton e a George Papadopulos, consigliere della campagna elettorale di Donald Trump.
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