Operazione antimafia “Exitus” della Squadra Mobile di Caltanissetta. Tra gli arrestati c’è anche un licatese.
C’è anche un licatese tra i quattro soggetti finiti in carcere su disposizione del Gip del tribunale di Caltanissetta. Si tratta di Giuseppe Incorvaia, 73 anni, imprenditore in pensione, coinvolto nell’operazione antimafia denominata “Exitus”.
A notificare le ordinanze emesse dal Gip, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, è stata la Squadra Mobile di Caltanissetta. Oltre a Incorvaia, in carcere sono finiti Grazio Ferrara, 39 anni, avvocato del foro di Gela; Benedetto Rinzivillo, inteso “Peppe u curtu”, 55 anni, imprenditore gelese attivo nel commercio della carne, ed Emanuele Zuppardo, 62 anni, domiciliato a Parma, già sottoposto alla libertà vigilata. Tutti sono accusati di associazione mafiosa, aggravata dall’essere armata per avere fatto parte del clan Rinzivillo.
“L’attività investigativa, che si è conclusa con gli arresti di oggi – ricostruisce la Questura di Caltanissetta -, costituisce una costola dell’operazione “Extra fines” che portò all’arresto, nel 2017, di 37 affiliati al clan Rinzivillo” di Gela. Operazione che, sempre secondo la Questura nissena, fece luce sull’ascesa del boss Salvatore Rinzivillo nella famiglia di Cosa Nostra gelese.
Per gli investigatori il licatese Giuseppe Incorvaia, imprenditore di cosmetici e profumi, era a disposizione del capo clan, favorendo il boss gelese in attività economiche funzionali all’investimento e riciclaggio, avvalendosi della figura dell’avvocato Ferrara.
Ferrara sarebbe diventato il punto di riferimento del boss soprattutto dopo l’arresto in carcere di quest’ultimo. Approfittando del suo status di insospettabile legale, Salvatore Rinzivillo gli affidava il compito di portare i suoi ordini ai gregari liberi sul territorio. Dalle indagini è emerso infatti che l’avvocato faceva pervenire al capo clan i messaggi dai sodali liberi mostrandogli i fogli manoscritti durante i colloqui in carcere: una modalità ingegnosa con la quale l’avvocato gelese pensava di eludere eventuali intercettazioni ambientali a suo carico.
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