Intanto ieri, dopo la notizia della morte di Tusa, il Mandorlo in Fiore di Agrigento ha subito un arresto. I gruppi partecipanti alla 74esima edizione infatti non si sono esibiti al Tempio della Concordia. Cordoglio, quindi, anche all’interno della Valle dei Templi. Intanto ad aggiudicarsi il Tempio d’Oro quest’anno è la Bolivia.
Il Tempio d’Oro quest’anno è andato alla Bolivia. È questo il gruppo folk che ieri ha alzato il premio del 74° Mandorlo in Fiore a conclusione della kermesse. La premiazione si è tenuta ai piedi del tempio della Concordia, all’interno della Valle dei Templi, dove i gruppi folkloristici solitamente danno spettacolo.
Quest’anno la manifestazione finale è stata a numero chiuso, massimo 10mila posti, ma i gruppi non si sono esibiti. Lo show, partito in mattinata per le vie del centro agrigentino, si è fermato una volta all’interno del Parco. La notizia della morte dell’assessore regionale ai Beni Culturali Sebastiano Tusa, rimasto vittima in mattinata di un tragico incidente aereo che ha portato con sé la vita di 157 persone, ha lasciato tutti sgomenti.
Niente musica, danze, maschere ed esibizioni, dunque. I presenti davanti al tempio della Concordia ieri hanno fatto cordoglio per la perdita di un archeologo di fama internazionale, molto conosciuto anche ad Agrigento.
La sfilata conclusiva dell’edizione 2019 del festival internazionale del folklore si era aperta all’insegna dell’allegria. Migliaia gli agrigentini, e non, che hanno affollato il salotto buono della città dei Templi e che hanno assistito alle esibizioni del gruppi folkloristici locali e internazionali.
Poi la notizia che nessuno si aspettava: incidente aereo, l’assessore Tusa è morto. Subito è stato convocato d’urgenza un vertice in Prefettura e, in quella sede, è stata presa la decisione di non tenere nessuna esibizione finale al tempio della Concordia.
Dopo il Tempio d’Oro, il premio più antico del Mandorlo in Fiore è l’ “Ugo Re Capriata”, assegnato a partire dal lontano 1968 dall’Assostampa di Agrigento, con la votazione dei giornalisti agrigentini. Ad aggiudicarselo quest’anno è il gruppo folkloristico della Sardegna, ricco dell’originale repertorio carnevalesco delle zone interne dell’Isola.
Del gruppo ha colpito la particolarità dei vestiti e delle maschere, che un tempo rappresentavano la passione e la morte di Dioniso, dio della vegetazione, le cui feste si celebravano in quasi tutte le antiche società agrarie e pastorali. “Una scelta condivisa dalla maggioranza dei votanti – dice il segretario provinciale dell’Assostampa di Agrigento, Gero Tedesco – che, al di là dell’altissimo valore artistico del gruppo, rappresenta anche un’espressione di solidarietà agli agricoltori e pastori sardi che come i loro fratelli e colleghi siciliani vivono momenti di particolare difficoltà”.
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