Incidente aereo ieri dopo sei minuti dalla partenza da Addis Abeba, in Etiopia. 157 le vittime dopo lo schianto del velivolo al suolo. Tra loro anche otto italiani e, tra questi, l’archeologo e assessore regionale ai Beni Culturali Sebastiano Tusa.
Precipita un Boeing 737-8 Max della Ethiopian Airlines, 157 le persone a bordo, 149 i passeggeri e 8 i membri dell’equipaggio, tutte morte. Le vittime erano di 35 diverse nazionalità, tra loro anche 8 italiani, tra cui l’assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana Sebastiano Tusa.
La tragedia si è consumata ieri. Lo schianto è avvenuto alle 8.44 ore locali (10.44 ore italiane), 6 minuti dopo il decollo del velivolo da Addis Abeba, in Etiopia, verso Nairobi, in Kenya. In frantumi i resti del Boeing, le immagini del luogo del disastro mostrano un grosso cratere e fanno presupporre come l’impatto abbia praticamente disintegrato l’aereo.
Aereo che era nuovo – era stato consegnato alla compagnia a metà novembre – e la cui ultima manutenzione risaliva al 4 febbraio. Il comandante era considerato esperto, con oltre 8mila ore di volo all’attivo. Lo stesso aveva contattato terra avvertendo che c’era qualcosa che non andava e chiedendo l’autorizzazione al rientro. Il velivolo però si è schiantato al suolo.
Sebastiano Tusa si stava recando in missione in Kenya. Oltre che assessore regionale ai Beni Culturali, era arrivato in Giunta per sostituire Vittorio Sgarbi, era anche un archeologo di fama internazionale. Era diretto in Kenia per una conferenza dell’Unesco.
A Tusa si devono scavi che hanno portato alla luce importanti scoperte e reperti. In decenni di instancabile attività di ricerca ha ritrovato pezzi pregiatissimi del tesoro archeologico siciliano e ha scoperto le enormi potenzialità dei fondali siciliani. Ha guidato la Sovrintendenza del Mare, una struttura dedicata alla ricerca e alla valorizzazione dei reperti nelle acque siciliane, dal 2004 e fino a prima di entrare nella giunta Musumeci, nell’aprile 2018.
La notizia della sua tragica scomparsa, a 66 anni, ha scosso il mondo della politica e dell’archeologia. A casa sua è un via vai di parenti e amici. Tutti cercano di consolare la moglie, Vale Patrizia Li Vigni, direttrice del Museo d’arte contemporanea di Palazzo Riso a Palermo. “Aspettavo una telefonata da Sebastiano – ha spiegato la moglie – mi aveva detto che avrebbe chiamato non appena atterrato a Nairobi. Ma quella telefonata non arrivava”. Un ritardo che aveva cominciato, piano piano, a trasformarsi in preoccupazione.
“Ho ricevuto la conferma ufficiale dell’Unità di crisi del ministero degli Esteri – ha dichiarato nelle ore successive il tragico fatto il Governatore della Sicilia, Nello Musumeci -: l’assessore Sebastiano Tusa era sull’aereo precipitato in Etiopia. Sono distrutto. È una tragedia terribile, alla quale non riesco ancora a credere: rimango ammutolito. Perdo un amico, un lavoratore instancabile, un assessore di grande capacità ed equilibrio, che stava andando in Kenya per lavoro. Un uomo onesto e perbene – conclude Musumeci – che amava la Sicilia come pochi. Un indimenticabile protagonista delle migliori politiche culturali dell’Isola”.
Si ignorano al momento le cause tecniche dell’incidente. L’Ethiopian Airlines ha annunciato di avere bloccato in via precauzionale tutti gli aerei dello stesso modello di quello precipitato. “A seguito del tragico incidente del 10 marzo – si legge in una nota della compagnia aerea – Ethiopian Airlines ha deciso di tenere a terra tutti i Boeing 737 Max. Non si conoscono ancora le cause della sciagura – prosegue la nota – e la decisione è presa in via precauzionale. La compagnia – conclude il comunicato – diffonderà ulteriori informazioni non appena disponibili”.
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