Avrebbero individuato i presunti assassini partendo dalla testimonianza della moglie della vittima. Due carabinieri raccontano in aula i particolari dell’omicidio avvenuto lo scorso luglio a Naro, quando il bracciante agricolo Costantin Pinau venne massacrato a colpi di zappa e bastone. Secondo quanto raccontato, i parenti della stessa vittima, nei pressi di un ospedale, avrebbero tentato il linciaggio dell’imputata, una 39enne accusata insieme al marito e al figlio di avere ucciso l’uomo.
Continua davanti alla Corte d’Assise di Agrigento il processo a carico di Anisoara Lupascu, 39 anni, accusata insieme al marito Vasile Lupascu, 44 anni, e al loro figlio Vladut Casile Lupascu, 19 anni, di avere massacrato Costantin Pinau, l’agricoltore 37enne ucciso a colpi di zappa e bastone, e di avere ferito la moglie.
Ieri, in aula, un luogotenente e un appuntato hanno raccontato particolari dei concitati momenti successivi al delitto, consumatosi lo scorso luglio a Naro. All’arresto dell’intera famiglia imputata i carabinieri ci sono arrivati dalla testimonianza della moglie della vittima. Il luogotenente avrebbe chiarito che, saputo che anche gli assassini erano rimasti feriti, ha fatto avviare le ricerche negli ospedali. I presunti omicidi sono stati ritrovati al Sant’Elia di Caltanissetta e, nell’auto, gli attrezzi usati per il massacro.
L’appuntato ha parlato di un episodio che sarebbe avvenuto all’ospedale di Canicattì dove il giorno dell’omicidio, oltre a esserci il corpo senza vita di Pinau e quello gravemente ferito della moglie, stava recandosi un’ambulanza con l’imputata Anisoara Lupascu. I familiari della vittima se ne sarebbero accorti e sarebbero esplosi in un tentativo di linciaggio. Momenti di tensione che hanno fatto decidere di spostare l’ambulanza verso un altro ospedale.
Anisoara Lupascu, dopo la decisione del gip di disporre il giudizio immediato, ha optato per il dibattimento. Si tornerà in aula l’1 febbraio.
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