All’incontro hanno partecipato tra gli altri anche i vertici delle forze dell’ordine e delle capitanerie di Porto di Palermo, Agrigento e Trapani e i magistrati della sezione “emigrazione” della Procura palermitana, pool che è coordinato dall’aggiunto Maurizio Scalia.
Scopo del vertice è stato quello di riorganizzare i servizi di soccorso nel Canale di Sicilia, rispondendo alle esigenze degli operatori impegnati.
In Procura si è parlato anche di indagini e controlli sulle identità dei migranti.
Il rischio concreto che cellule terroristiche sbarchino in Italia mischiandosi ai tanti disperati in fuga non solo era stato annunciato nei mesi scorsi dal Ministro dell’Interno Alfano ma è stato ribadito anche recentemente a Varsavia, dove si è svolto l’ultimo meeting dell’European Patrol Network.
Sulle possibili infiltrazioni di terroristi tra i migranti la stessa Procura della Repubblica di Palermo aveva aperto un fascicolo di inchiesta di cui è titolare il procuratore reggente, Leonardo Agueci, e le indagini, ancora in corso, sono a cura degli agenti della DIGOS.
Al momento quindi gli inquirenti lavorano per capire se tra i circa 200 mila migranti giunti sulle coste italiane nel 2014 ci possa essere stato qualche soggetto interno alle organizzazioni terroristiche, come ad esempio l’ISIS.
Commenta articolo