In un periodo storico di grande attenzione per l’ambiente e per l’alimentazione, si tende a pensare che i prodotti “a chilometro zero” siano sinonimo di garanzia: purtroppo non sempre è così.
Nelle prime ore di venerdì 13 dicembre, il giorno più breve dell’anno, il giorno della tipica “cuccìa” di Santa Lucia, i Carabinieri di Raffadali, insieme ai colleghi del Centro Anticrimine Natura e del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro hanno dato il via a un blitz in un ovile adibito anche a caseificio.
Quando sono entrati nel piccolo fabbricato, in contrada Butermini, i militari si sono trovati davanti uno scenario agghiacciante: topi morti rinvenuti vicino a caciotte, ricotte e altri prodotti caseari realizzati senza alcuna autorizzazione; altri roditori che scorrazzavano fra gli ovini macellati clandestinamente e abbandonati vicino ai formaggi pronti per la vendita. Insomma, un vero e proprio caseificio inesistente, anche sulla carta. Tutti prodotti assolutamente non tracciabili, confezionati senza alcun presidio sanitario e in spregio anche alle più elementari regole sulla sicurezza degli alimenti.
A ogni stanza perquisita veniva alla luce un’amara sorpresa: nel locale di conservazione di mangimi per gli animali, i Carabinieri hanno infatti trovato anche dei farmaci per uso veterinario detenuti abusivamente.
Immediatamente i Carabinieri hanno sequestrato più di 300 chili di alimenti in pessimo stato di conservazione: formaggi e carne principalmente. E hanno anche elevato sanzioni amministrative per ben 65.000 euro.
La Procura indagava per droga, trovato anche un lavoratore straniero tenuto in condizioni di assoggettamento e di sfruttamento lavorativo.
Il pubblico ministero Gloria Andreoli ha subito disposto l’immediato ritiro dei prodotti caseari venduti presso gli esercizi commerciali di Agrigento e provincia, al fine di salvaguardare, prima di ogni altra cosa, la salute dei consumatori.
Per il titolare del “caseificio”, Antonino Vecchio, un 59enne di Raffadali, sono scattate le manette. I Carabinieri lo hanno accompagnato in carcere ad Agrigento per essere sentito dai giudici. L’arresto è stato convalidato.
Secondo quanto fatto sapere dal giudice, durante l’interrogatorio Antonino Vecchio avrebbe dato “una versione dei fatti del tutto inverosimile, limitandosi a negare ciò che gli veniva contestato”.
Secondo il giudice “sussistono a carico dell’arrestato gravi indizi di colpevolezza”.
In udienza il PM Andreoli ha chiesto e ottenuto a carico dell’indagato la misura della custodia cautelare in carcere per i reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari e per sfruttamento illecito del lavoro.
I Carabinieri intanto, messi sulle tracce del corriere addetto al trasporto dei prodotti presso alcuni negozi della provincia, hanno sequestrato ulteriori 100 chili di formaggio che sono stati così sottratti alla vendita al pubblico.
Sull’intero ovile è scattato il sequestro.
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