Non è certamente spiccato per operatività il consiglio comunale di ieri sera a Favara. Si sono registrati scontri tra gli stessi grillini in aula e tra qualche consigliere e la stampa locale.
Consiglio comunale acceso quello di ieri sera a Favara. Pubblica assise iniziata già con le polemiche interne al Movimento 5 Stelle e con il consigliere Leonardo Caramazza che chiedeva al suo capogruppo Massimo Liotta (uno dei firmatari della mozione di sfiducia alla sindaca Anna Alba) di dimettersi dalla carica di rappresentante dell’intero gruppo.
Tralasciando il fatto che il presidente del consiglio Salvatore Di Naro non avrebbe dovuto far trattare questo argomento, in quanto punto non inserito all’ordine del giorno (sono infatti discussioni interne al movimento), si è registrato un botta e risposta tra i due consiglieri, con Liotta che poi ha confermato la volontà di rimanere capogruppo del M5S. Liotta ha poi aggiunto che non saranno certamente né la sindaca né Caramazza a dire chi è espressione o meno del Movimento 5 Stelle locale. La decisione spetta infatti a organi esterni, non locali, già interessati della questione.
Ma torniamo al vero argomento della serata, ovvero la proposta, a firma del consigliere comunale Tonino Scalia, sull’aumento del numero dei gettoni di presenza che ogni singolo consigliere può percepire al mese.
Punto che ha permesso al consigliere Scalia di fare delle considerazioni sulla stampa locale.
Il consigliere ha dichiarato che aveva richiesto di far inserire questo punto all’odg solo per provocazione. Il suo vero interesse era quello di trattare un altro argomento a lui molto caro, ovvero l’istituzione di una commissione che possa occuparsi di rifiuti radioattivi in città. Nel suo intervento Scalia ha pure puntato il dito sulla stampa, e in particolare sul collega Moscato (presente in consiglio comunale), che non racconterebbe di questi fatti nei propri articoli. Attacchi gratuiti alla stampa che per vari motivi non sono stati risparmiati neanche dalla consigliera comunale Laura Mossuto e dal consigliere Salvatore Giudice. È stato proprio durante quest’ultimo intervento che è successa la baruffa. Il giornalista Moscato, che si è dovuto sorbire i continui attacchi dei consiglieri alla stampa, dopo quest’ultimo lanciato da Giudice (che a dire la verità non ci è sembrato così pesante), ha fatto sentire la sua voce in aula, alzandola. Ma ecco che interviene il neo vicepresidente del consiglio comunale Giuseppe Nobile che, anziché calmare gli animi e sospendere immediatamente la seduta, ha fatto “allontanare” forzatamente il collega Moscato dagli agenti della Polizia Municipale. Terminato l’intervento di Giudice, quest’ultimo si è avvicinato al giornalista e da lì le reazioni sarebbero continuate con attimi di paura e incredulità tra i presenti.
Non entrando nel merito di chi abbia iniziato o di chi abbia provocato la lite, va detto che non è più ammissibile assistere ai continui attacchi alla stampa locale, rea semmai di portare alla luce argomenti, talvolta scomodi, e che spesso vengono sottaciuti da chi dovrebbe rappresentare la città e si erge a paladino della trasparenza.
Al collega Moscato va tutta la nostra solidarietà, perché la libertà di informazione non può e non deve essere contrastata da nessuno. La stampa è libera di operare. A ognuno il suo ruolo!
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