Nel 2016 il trionfo del M5S alle elezioni comunali della città di Favara. Promotore e uomo forte della realtà grillina locale, già allora, è stato l’attuale onorevole all’Ars Giovanni Di Caro. Il deputato ha approvato e lavorato per il successo della candidatura di Anna Alba a prima cittadina. Sono passati due anni e mezzo da allora e adesso Michele Montalbano e Giuseppe Lentini chiedono all’on. Di Caro di chiedere scusa alla città per averle “donato” questo sindaco e questi amministratori, giudicati come “incapaci e inetti”.
Come noto agli addetti ai lavori, la paternità dell’Amministrazione Comunale di Favara targata Anna Alba è dell’on. Giovanni Di Caro, che già prima di diventare deputato all’Ars ha creduto al M5S e nel 2016 ha voluto la candidatura dell’attuale prima cittadina. È stato lui il fondatore, l’ideologo, il realizzatore del successo di quell’operazione. Sono trascorsi due anni e mezzo e adesso l’on. Di Caro, sostengono gli operatori politici favaresi Michele Montalbano e Giuseppe Lentini, dovrebbe chiedere scusa alla città.
“L’on. Di Caro, contestatore delle passate amministrazioni, paladino della legalità e dell’abolizione del gettone di presenza – scrivono Montalbano e Lentini – chieda scusa per avere pensato, elaborato e donato alla città questa Sindaca e questi amministratori incapaci e inetti”. Tra personalismi, favoritismi, clientelismi familiari e “stipendifici” interni alla Giunta e al Consiglio Comunale, Di Caro e Alba vengono additati come figli della stessa politica, responsabili del disastro cittadino.
“Nel 2016 hanno vinto insieme poi si disconoscono a vicenda, poco importa che il danno è servito – precisano Montalbano e Lentini –. Di Caro chieda scusa pubblicamente e, visto che si è disancorato dalla sua Sindaca, abbia il coraggio di ammettere il fallimento del Movimento 5 Stelle. Un movimento incapace di amministrare, rancoroso e incompetente”.
Tra le criticità delle quali Di Caro dovrebbe chiedere scusa ci sono la proposta della sua amministrazione relativa alla stabilizzazione di soli 49 precari, esclusi tutti gli altri, la chiusura della piscina comunale, l’illuminazione pubblica, il costo esorbitante della raccolta e smaltimento dei rifiuti, il mancato pagamento dei debiti pregressi del dissesto, la disastrata viabilità cittadina. “Poi se ha tempo – affermano Montalbano e Lentini – oltre alle scuse intervenga e ci faccia sapere la sua idea di città”.
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