Messa in sicurezza delle dighe. La Regione ha dato il via agli studi sugli invasi non collaudati o con capacità limitata. Sono stati pubblicati i bandi per i primi 10 impianti, tra questi ci sono anche tre dighe dell’agrigentino.
La Regione Siciliana ha deciso di mettere in sicurezza le proprie dighe e, per fare ciò, il governo Musumeci ha dato disposizione al Dipartimento Regionale Acque e Rifiuti di indire le gare per gli studi tecnici e i progetti esecutivi delle infrastrutture relativi agli invasi sperimentali e non collaudati. Saranno interessate anche le dighe che hanno una capacità limitata. Gli studi tecnici riguarderanno principalmente controlli sismici ma anche la definizione di interventi di miglioramento delle condizioni di stabilità delle opere.
Sono già stati pubblicati i bandi per i primi 10 impianti; 3 di questi ricadono nell’agrigentino. Sono il “Castello”, il “Gorgo Lago” e il “San Giovanni”. Al momento sono stati impegnati 3,4 milioni di euro per i cosiddetti servizi di architettura e di ingegneria, somme che saranno utili poi all’aggiudicazione dei lavori per la sistemazione delle opere. Entro fine mese dovranno essere pubblicate le gare delle altre dighe per ulteriori 4 e più milioni di euro. Gli interventi di messa in sicurezza dovrebbero iniziare entro il 2021.
«Ho appreso con stupore – precisa in merito il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, – che 15 delle 25 dighe gestite dalla Regione non sono mai state collaudate o hanno una capienza limitata. Eppure si tratta di opere realizzate venticinque, trenta anni fa. Il mancato collaudo determina un doppio danno – continua Musumeci-: da un lato la costante incertezza sulla solidità dell’infrastruttura; dall’altro l’impossibilità a utilizzare il massimo della disponibilità di capacità dell’invaso. Stiamo correndo ai ripari – conclude – facendo, in un anno, quello che altri avrebbero dovuto fare in trent’anni”.
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