Il Riesame conferma i domiciliari per il 35enne Raimondo Burgio, accusato e reo confesso dell’omicidio avvenuto lo scorso mese a Palma di Montechiaro. A perdere la vita fu il cognato, il 45enne Ignazio Scopelliti.
È accusato di avere ucciso il proprio cognato (in foto a destra), il 45enne Ignazio Scopelliti, freddandolo a colpi di pistola nel pieno centro di Palma di Montechiaro. Stiamo parlando di Raimondo Burgio (in foto a sinistra). Il 35enne resta agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico.
Per lui il Tribunale del Riesame ha confermato l’ordinanza cautelare del gip Stefano Zammuto. Il pm Emiliana Busto chiedeva invece la custodia cautelare in carcere.
L’omicidio avvenne all’inizio di novembre, per strada, in via Palladio, nella città del gattopardo. Burgio, reo confesso, in un primo momento era stato sentito come testimone e aveva negato i fatti. Suo padre, davanti ai carabinieri, aveva tentato di accollarsi la responsabilità dell’assassinio del genero ma, una volta venuti a sapere dell’esistenza di immagini – tratte da impianti di videosorveglianza – che avrebbero immortalato il crimine, la confessione.
La vicenda ruoterebbe attorno a dei problemi di natura familiare. “Temevo fosse armato e potesse uccidermi o fare del male a mia madre – avrebbe spiegato Burgio riferendosi al cognato, Ignazio Scopelliti –. Un amico mi aveva rivelato che diceva di avere sempre un coltello con sé e che lo avrebbe usato per uccidere mia sorella”.
Pare che la vittima fosse già stata denunciata più volte. Il clima si sarebbe man mano fatto sempre più teso e poi, all’inizio dello scorso mese, il tragico epilogo.
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