Mozione di sfiducia nei confronti del sindaco di Canicattì, Ettore Di Ventura. Il documento, sottoscritto da 11 consiglieri comunali, è stato depositato ieri mattina all’ufficio di presidenza del Consiglio Comunale.
Di adesioni ne servivano almeno 10, a firmarla sono stati in 11. La mozione di sfiducia nei confronti del sindaco canicattinese, Ettore Di Ventura, è stata depositata ieri all’ufficio di presidenza del Consiglio Comunale di Canicattì.
Il suo presidente, Alberto Tedesco, avrà adesso tempo minimo 11 e massimo 30 giorni per riunire i coinquilini dell’assemblea cittadina canicattinese e discutere – come unico punto all’ordine del giorno – la mozione di sfiducia al primo cittadino.
Le motivazioni inserite nel documento hanno sapore politico ma non solo. Si fa riferimento, tra le altre cose, alle disastrate condizioni economiche e finanziarie del Comune, a un rendiconto di gestione dell’anno 2017 e al bilancio di previsione 2018 ancora non approvati, a pesanti debiti, a criticità riguardanti l’illuminazione pubblica, alla situazione del personale dipendente dell’Ente Comune, alla gestione e ai costi dei rifiuti e alla rete viaria cittadina per la quale, precisano dall’opposizione, nulla ancora è stato fatto.
Agli 11 consiglieri comunali che hanno firmato l’articolata mozione di sfiducia se ne aggiungerebbe un altro del M5S che sarebbe pronto a votarla in aula. Ciononostante, il documento, per essere approvato, dovrà ottenere 16 voti favorevoli.
Numeri che allo stato attuale delle cose non ci sono, ma la mozione dimostra che parte dell’assemblea eletta dai canicattinesi ha già giudicato l’operato del sindaco Di Ventura. Un giudizio che evidentemente non raggiunge la sufficienza.
Già a settembre è stata la volta di un’altra mozione di sfiducia che aveva trovato però solo l’adesione di due consiglieri e perciò non aveva il numero minimo per essere discussa in aula consiliare.
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