Era la mattina del 18 giugno 1970 e assonnato, dopo una notte trascorsa sul treno, mi presentai nella caserma ”Piave” di Orvieto per assolvere all’obbligo militare di leva.
Fui accolto, assieme ad altri giovani, da un ufficiale che, tra tante cose, fece una domanda retorica alla quale diede subito la risposta: ”Sapete perché all’ingresso della caserma c’è la sentinella armata? Per non fare entrare il ”buon senso!”
Bene questa risposta mi è sempre balzata in mente, anche perchè spesso mi si dà l’occasione!
All’ingresso del comune di Favara non c’è, per fortuna, la ”sentinella armata”, ma il buon senso non riesce a entrare nel palazzo da moltissimo tempo e forse non è mai entrato e dimorato!
A riprova di quanto sopra: basta recarsi, in questi giorni, presso le sedi comunali per constatare quante sono le persone che cercano di colloquiare con qualcuno addetto agli uffici delle tasse!
Giornalmente decine, decine e decine di cittadini sostano davanti all’ingresso, nell’androne e via via su per le scale in attesa e tutti hanno da contestare, chi per un motivo chi per un altro, le pazze bollette ricevute in questo inizio d’anno.
La TARI, che equivale a ”TRUFFA ATTUATA RAPINA IDEALE”, ormai è considerata una fonte inesauribile di introito per il disastrato ente comune! In qualunque modo, a torto o ragione, ma il più delle volte a torto, noi cittadini veniamo vessati, rapinati, derubati, turlupinati da un regolamento costruito ad arte!
Per essere concreti, ecco qualche esempio per esplicitare come non viene usato il ”buon senso”:
– quale buon senso suggerisce di far pagare la TARI a case inoccupate e prive di utenze e addirittura più esosa di quando era occupata?
– quale buon senso suggerisce di far pagare la TARI a case inoccupate a tutti gli eredi se il titolare è passato, come si suol dire e spera, a miglior vita?
– quale buon senso suggerisce di far pagare la TARI a immobili dichiarati inagibili dallo stesso Comune?
– quale buon senso suggerisce di inviare a ”tappeto” cioè a tutti i cittadini le bollette di tanti anni addietro usando il ”trucco” della data nel documento che non corrisponde alla data di spedizione e senza minimamente controllare se il richiesto è stato regolarmente pagato?
– quale buon senso suggerisce di far ”viaggiare”, spesso inutilmente, i cittadini dalla propria casa agli uffici comunali distogliendoli dal lavoro o dagli impegni personali e familiari?
Tutto ciò anche in barba al regolamento comunale sulla Tari ( art.8 comma 1 punto a), ma anche alle varie sentenze che si sono susseguite ( sent.n.7001/14 della CTR di Roma; la risoluzione del min. Economia n.8/579 del 17.05.1988; la circolare del min. Economia n.95/E del 22.06.1994; la sent. Cass.n.16785 del 27.11.2002).
Quanto esposto sopra molti cittadini lo possono provare con documenti alla mano!
Quale buon senso, infine, può suggerire di non rispondere alle numerose lettere che un cittadino invia al/alla sindaco/a della propria città?
Certo è che questa mancanza di buon senso altro non fa che alimentare la sfiducia dei cittadini nei confronti di chi gestisce o meglio ”non gestisce” e ”tira a campare” la cosa pubblica, cosa che dovrebbe fare l’amministrazione.
Mi permetto di inviare i miei saluti.
Favara 13.03.2018
Il Cittadino
LUIGI CAVALERI
Luigi Cavaleri
Viale P.S. Mattarella, 94
92026 Favara
3280486016
Assunta al protocollo del comune
in data 13.03.2018 al n.13625
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