Per i due erano scattati un arresto e un fermo lo scorso 13 settembre, l’accusa è quella di concussione in concorso. Adesso il gip Alessandra Vella, accogliendo la richiesta del Pm Carlo Cinque secondo il quale le prove sono evidenti, ha disposto il giudizio immediato.
Salta dunque l’iter dell’udienza preliminare; il processo è stato fissato per il prossimo 26 febbraio davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, ma non si esclude che la difesa possa nei prossimi giorni scegliere un giudizio alternativo.
L’inchiesta, i particolari erano stati esposti in conferenza stampa, ruota intorno al fenomeno delle tangenti. Gli ”attori” sono da una parte i due impiegati del Comune di Campobello di Licata e dall’altra i titolari di una ditta di Licata, la Omnia Srl, che opera nel settore dello smaltimento dei rifiuti speciali e che gestiva l’appalto proprio in territorio di Campobello.
A denunciare ricatti e pressioni gli stessi titolari dell’impresa. Le ”richieste” imponevano il pagamento di una tangente, pena il blocco dei pagamenti per l’appalto. Da qui la trappola preparata dai carabinieri. A chiedere 3mila euro sarebbe stato La Mendola, arrestato in flagranza di reato dopo avere intascato la ”mazzetta” negli uffici della Omnia, davanti alle telecamere nascoste. Sarebbe anche stata intercettata e registrata la conversazione in cui viene chiesta la tangente.
Dopo l’arresto La Mendola ha tirato in ballo Nigro, il dirigente del settore Ambiente, sostenendo che si recò sul posto mandato proprio da lui e che la tangente si sarebbe dovuta spartire tra i due. Nigro, dal canto suo, nega questa versione dei fatti e ogni coinvolgimento con la vicenda.
La ripresa video, che filma il momento del passaggio dei contanti nelle mani di La Mendola, rappresenta per gli inquirenti una prova fondamentale. I due accusati si trovano ai domiciliari, misura confermata dal Riesame di Palermo.
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