L’accordo tra i due Enti è stato ufficializzato in mattinata nel palazzo medievale di piazza Cavour dal sindaco Rosario Manganella e dalla Soprintendente Caterina Greco.
L’Amministrazione Comunale di Favara, dopo la relativa fase di progettazione e ristrutturazione dei locali, vuole adibirli alla fruizione pubblica con l’assegnazione alle tante associazioni giovanili che operano sul territorio.
L’immobile che un tempo ospitava il comitato dei festeggiamenti di San Giuseppe, invece, accoglierà i servizi igienici pubblici.
Quindi il bagnotto pubblico antistante alla Biblioteca Comunale sembra essere destinato al pensionamento anche se, a dire il vero, durante il suo servizio, di riposo ne ha avuto abbastanza viste le tante ingiustificabili chiusure temporanee dello stesso.
L’accordo tra Comune e Soprintendenza prevede anche la demolizione della loggia sovrastante l’ex comitato di San Giuseppe.
Si tratta di un colonnato cementizio sorto senza nessuna autorizzazione , la cui demolizione era già prevista nel progetto originario di restauro del Castello.
Il sindaco Manganella e la soprintendente Greco hanno parlato anche della gestione di due importanti siti archeologici di Favara, ovvero la necropoli di C.da Stefano e la Villa Romana di C.da Saraceno.
I due prestigiosi siti monumentali verrebbero così gestiti dall’Ente Comune con l’utilizzo di proprio personale, così come avviene attualmente, ad esempio, al castello Chiaramonte.
Soluzione che consentirebbe la fruizione pubblica dei siti archeologici ma che, proprio prendendo spunto dal Castello , lascia qualche dubbio.
Nel palazzo medievale infatti da diverso tempo delle infiltrazioni di acqua piovana minacciano sia la cupola della cappella che i soffitti. Da ricordare anche la chiusura del ballatoio ligneo, che necessita di opere di manutenzione. In diversi si chiedono: come potrà l’Ente Comune gestire altri siti quando non è in grado di gestire quelli già in suo possesso?
Dubbi a parte, al Comune non mancano le risorse umane e se la riapertura di questi importanti monumenti desse un imput allo sviluppo culturale e turistico del territorio, allora ben vengano gli accordi di collaborazione.
Il sindaco comunque ha sottolineato l’assenza di fondi comunali per la ristrutturazione dei locali e chiede, per questo, l’ausilio degli imprenditori privati.
Ad ogni modo i beni oggetto del comodato d’uso sono pubblici e resteranno tali.
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