“Favara Crolla” è stato l’emblematico tema scelto per l’incontro svoltosi sabato scorso, non a caso, in un ristrutturato palazzo “Cafisi” ubicato nel cuore del vecchio agglomerato urbano favarese.
All’invito del segretario cittadino del PD, Carmelo Vitello, hanno risposto oltre alla deputazione nazionale e regionale dello stesso partito, rappresentata dagli onorevoli Tonino Moscatt e Giovanni Panepinto, e al segretario provinciale del PD Peppe Zambito, anche il Dipartimento Regionale di Protezione Civile con il suo direttore Maurizio Costa, il mondo delle imprese con la sezione giovanile provinciale dell’ANCE presieduta da Tommaso Sciara e degli ordini professionali degli Architetti e dei Geologi rappresentanti rispettivamente da Massimiliano Trapani e Calogero Pecoraro.
Per il Governo Regionale era presente il Vice Presidente, Mariella Lo Bello.
Dopo il tragico crollo del 23 Gennaio del 2010 diverse sono state le grida di allarme lanciate a Favara, sui potenziali pericoli dovuti dal degrado dei vetusti immobili del centro storico.
Criticità che nel corso dell’incontro dal punto di vista tecnico sono state descritte sia dal Presidente dell’Ordine Provinciale degli Architetti, Massimiliano Trapani, che dal delegato del Consiglio Regionale dell’Ordine dei Geologi, Calogero Pecoraro.
Entrambi i professionisti hanno evidenziato come in materia di salvaguardia e tutela sia del patrimonio architettonico che del territorio le leggi attualmente in vigore non solo risultano essere obsolete ma spesso possono anche vincolare la rinascita dei vecchi nuclei abitativi.
Ai problemi di carattere burocratico vanno poi aggiunti anche quelli di azioni edificatorie errate che di fatto hanno sostanzialmente incrementato a dismisura la costruzione dei nuovi edifici e l’abbandono purtroppo di quelli esistenti.
Significativo è stato l’intervento del Direttore Generale della Protezione Civile della Regione Sicilia, Maurizio Costa.
Si è soffermato sulle responsabilità che nel territorio, nelle scongiurate ipotesi di crolli ed altri eventi spiacevoli, hanno i sindaci.
La diagnosi che i tecnici fanno dei centri storici in genere evidenzia una serie di patologie le cui cura possono passare anche attraverso gli investimenti dei privati.
È notorio a tutti come nella città di Favara da qualche anno, grazie all’ intuizione del notaio Bartoli, è in atto un risveglio culturale. Sussulti che sono partiti proprio dal centro storico con il polo di arte contemporanea dei sette cortili e dai tanti locali nati nella centrale piazza Cavour.
Una florida attività imprenditoriale che induce sempre più privati ad investire nel centro storico, anche se spesso devono fare i conti con la morsa vincolante della burocrazia che alle volte limita anche gli interventi di ristrutturazione degli immobili stessi.
Per incentivare questo tipo di sviluppo economico e salvaguardia del patrimonio architettonico deve per forza scendere in campo la classe politica.
Tutte le istituzioni presenti all’incontro “Favara Crolla” si sono assunte l’impegno di avviare un laboratorio politico con la costituzione di un tavolo tecnico volto alla creazione di un disegno di legge che incentivi gli imprenditori che vogliono investire nei centri storici dell’Isola.
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