Lillo, così era chiamato da tutti, è ricordato in paese come un uomo generoso, un persona che si era fatta da sola. Unico figlio maschio, per varie vicissitudini soprattutto di carattere economiche, fin da giovanissimo ha dovuto rimboccarsi le maniche e fare le veci del capofamiglia, occupandosi anche alle due sorelle minori.
Probabilmente Palumbo Piccionello, quando in un magazzino del centro storico iniziò con un vecchio tavolo da biliardo non avrebbe immaginato il successo imprenditoriale che sarebbe arrivato negli anni.
Carriera che ha raggiunto l’apice nella metà degli anni 90, quando buona parte delle sale giochi della Provincia di Agrigento e Caltanissetta erano gestite dal suo gruppo.
Fiore all’occhiello dell’azienda, l’Aster Games di Piazzale Giglia a San Leone.
In Città c’è sconforto anche per quanto riguarda il presunto killer. Il 72enne Antonio Baio è stato un noto costruttore che negli anni del boom edilizio ha edificato in città diversi palazzi. Anche la descrizione che la gente fornisce di Baio, parla di un uomo pacato e serio e che mai avrebbero immaginato che sarebbe stato capace di poter compiere un gesto del genere. I due, tra l’altro si conoscevano bene in quanto frequentatori degli stessi luoghi. Secondo quanto descritto da persone a loro amiche, tra i due ci sarebbe stata una rivalità solo al bancone del bar per chi doveva pagare i caffè. Gara di altruismo che contraddistingue i favaresi nel mondo.
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