Quest’ultimo secondo i magistrati della Procura, per aggiudicarsi i favori dei palazzi del potere, avrebbe messo anche a disposizione di alcuni politici, lussuosi appartamenti nel centro di Palermo ed organizzato serate particolari a base di sesso con escort ed altri servizi. Nel corso di una perquisizione domiciliare i finanzieri nel cesto della biancheria sporca di Giacchetto avrebbero trovato un computer, il cui hard disk è al vaglio degli esperti. Intanto da una nota informativa trasmessa in Procura dalle Fiamme Gialle emergerebbero i nomi di alcuni soggetti politici che con Giacchetto avevano uno stretto rapporto di corrispondenza telefonica. In un articolo di Alessandra Ziniti pubblicato ieri da “La Repubblica” appare l’elenco dei politici coinvolti. Tra i nomi presenti, quello del presidente dell’Ars Francesco Cascio, del deputato regionale Francesco Scoma, del senatore Enzo Galioto, del coordinatore dell’Mpa Giovanni Pistorio, e degli onorevoli agrigentini, Luigi Gentile e Pippo Scalia. Naturalmente i 6 esponenti politici, momentaneamente non risultano iscritti in nessun registro degli indagati.
E come prevedibile il presunto scandalo a luci rosse mosso da La Repubblica ha messo sulla difensiva alcuni dei politici coinvolti. Il Presidente dell’Assemblea Regionale, Francesco Cascio che smentisce di essere stato beneficiario di qualsivoglia tipo di favore, definisce il suo rapporto con Giacchetto un legame di amicizia di vecchia data.
Per quanto riguarda l’articolo apparso su la Repubblica, Cascio valuta l’ipotesi di sporgere querela contro il quotidiano.
Provvedimento di tutela invece che sarebbe già stato avviato dal Senatore Giovanni Pistorio, che si dice totalmente estraneo ai fatti.
Per il deputato nazionale agrigentino, Pippo Scalia che si dichiara amico di Giacchetto, le notizie sul suo coinvolgimento sono infondate e tendenziose. Il deputato del PdL si dice sereno sulla vicenda e starebbe valutando l’ipotesi di sporgere querela.
Per il deputato regionale agrigentino Luigi Gentile, la notizia è senza fondamento e si riserva anche lui eventuali querele.
“A tutela della mia onorabilità e dignità, –dice– ritengo ingiustificata, immotivata ed arbitraria la pubblicazione sui giornali e siti internet del mio nominativo. Lede ingiustamente l’immagine e la credibilità di chi –dice Gentile– ha politicamente ed umanamente agito, sempre, all’insegna della correttezza e del pieno rispetto della legalità. Gentile nella nota precisa che non ha mai avuto favori e benefici e non nega di conoscere Giacchetto. Infine confida con fiducia e serenità nel lavoro della magistratura.
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