Situazione difficile in Sicilia con una recrudescenza dei contagi da Covid-19. Sono 1.435 i nuovi casi nell’Isola (ieri erano stati 1.692) e i positivi attuali salgono a 38.705. Per numero di nuovi contagi la Sicilia si piazza al quinto posto (l’altro ieri era al quarto) dopo Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Lazio.
La Giunta Musumeci valuta provvedimenti. Secondo quanto raccolto, sarebbe già arrivata ai componenti del governo regionale la relazione del Cts sui provvedimenti da adottare in base all’alto numero di contagi raggiunto negli ultimi giorni in Sicilia.
Fra le ipotesi del Comitato tecnico scientifico quella di un lockdown di almeno tre settimane per fronteggiare la situazione a rischio.
Sul tavolo anche la chiusura di tutte le scuole, con la didattica a distanza per le elementari fino al 18 gennaio e per medie e liceo fino al 31 gennaio.
La decisione sarà assunta a breve. Per stamattina, infatti, è fissata una riunione della task force regionale.
Al vaglio del governo ci sono misure restrittive che si rendono necessarie in considerazione dell’andamento del contagio. Nell’attesa di nuovi provvedimenti, oggi, venerdì 8 gennaio, rimangono in vigore le disposizioni previste dal governo nazionale relative alla didattica, salvo in quei Comuni dove sono state già assunte iniziative diverse.
“La relazione del Comitato tecnico scientifico fotografa una realtà preoccupante perché negli ultimi giorni è aumentato il numero di contagi. Il periodo delle festività ha registrato un calo di attenzione e le conseguenze si pagano adesso. Dovremo adottare delle misure restrittive e lo faremo, dopo una riflessione assai approfondita, nella giornata di oggi. Nel frattempo arriveranno le determinazioni del governo nazionale e ci confronteremo con Roma. Per le scuole superiori la didattica a distanza continuerà come previsto fino al 10 gennaio, per gli altri ordini e gradi rimane vigente il provvedimento nazionale. Ma anche sul fronte della scuola oggi decideremo quale sarà la misura più giusta e ragionevole”.
Questo quanto detto dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci durante una pausa della riunione di giunta che sta analizzando la relazione del Cts.
Intanto il Partito Democratico ieri ha chiesto chiarezza al presidente della Regione: “Inaccettabile che alla vigilia della riapertura degli istituti scolastici il governo regionale non abbia ancora chiarito se lunedì in Sicilia le scuole superiori riprenderanno con le lezioni in presenza. È l’ennesima conferma di come Musumeci, nella gestione dell’emergenza Covid, stia brancolando nel buio”. Così il capogruppo PD all’Ars Giuseppe Lupo e il deputato Nello Dipasquale, componente della commissione Cultura all’Ars.
“Il governo Musumeci – concludono Lupo e Dipasquale – ha il dovere di dedicare la necessaria attenzione al tema della scuola, anche garantendo la presenza dei medici per la somministrazione dei tamponi agli alunni, e dei vaccini al personale scolastico”.
Scuole chiuse a Palermo e Catania
Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, “al fine di fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19” ha stabilito, con propria ordinanza, la chiusura temporanea dei plessi scolastici di ogni ordine e grado, “da intendersi incluse le scuole dell’infanzia e gli asili nido, per i giorni 8 e 9 gennaio, nelle more che vengano emanati i provvedimenti del Governo nazionale e di quello regionale”. Il provvedimento potrà essere prorogato.
Il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, ha firmato un’ordinanza per la chiusura temporanea, nelle giornate di venerdì 8 e sabato 9 gennaio, dei plessi scolastici di ogni ordine e grado del territorio comunale, incluse le scuole dell’infanzia e gli asili nido, per prevenire la diffusione del contagio da Covid-19. Il provvedimento è stato adottato in attesa che vengano emanati gli atti con le decisioni del governo e della Regione che diano indirizzi univoci per l’intera Sicilia.
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