I sommozzatori della Guardia Costiera hanno recuperato altre due salme di migranti rimasti vittima, due settimane fa, di un tragico naufragio avvenuto a poche miglia dalle coste di Lampedusa.
Altri due cadaveri sono stati recuperati dai sommozzatori della Guardia Costiera al largo delle coste di Lampedusa. È lì, a circa 60 metri di profondità, che il Rov della Guardia Costiera, un sottomarino a comando remoto, ha rintracciato l’imbarcazione naufragata due settimane fa a 6 miglia a sud dalla maggiore delle isole Pelagie.
Il tragico naufragio risale alla notte tra domenica 6 e lunedì 7 ottobre scorsi. Un barchino, in condizioni pessime e in avaria, con a bordo una cinquantina di migranti, a un certo punto si sarebbe ribaltato e affondato. Solo 22 i superstiti che sfuggirono al mare, salvati dalla Guardia Costiera e dalla Guardia di Finanza italiane.
13 i corpi senza vita recuperati nelle ore immediatamente successive al naufragio. Le ricerche sono però continuate. La scorsa settimana, il Rov della Guardia Costiera ha rintracciato l’imbarcazione con attorno 12 cadaveri. Sono allora entrati in azione i sommozzatori che, giovedì scorso, avrebbero recuperato 6 salme, tra le quali anche quella di un bambino. Il giorno dopo venne riportato sulla terra ferma il cadavere di un uomo; sabato, appunto, è toccato ad altri due corpi senza vita.
Su 12 avvistate, sarebbero dunque 9 le salme recuperate dai sommozzatori. Ne mancherebbero all’appello almeno altre 3, ma non si esclude che nelle vicinanze dell’imbarcazione affondata possano esserci altri cadaveri. Ieri il mare era mosso e non avrebbe consentito l’immersione dei sommozzatori.
A coordinare le operazioni, il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, titolare del fascicolo d’inchiesta sul naufragio aperto dalla Procura della Repubblica di Agrigento.
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