Dopo essersi dimesso da consigliere comunale, adesso l’Asp di Agrigento lo sospende dal suo incarico di dipendente dell’azienda. È Giuseppe Scozzari, rimasto coinvolto per concorso esterno in associazione mafiosa nel blitz antimafia denominato “Assedio”.
L’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento ha sospeso dal suo incarico Giuseppe Scozzari, dipendente dell’Asp come “collaboratore tecnico geometra” ed ex consigliere comunale di Licata.
Scozzari si era dimesso da consigliere comunale dopo il fermo nei suoi confronti effettuato dai carabinieri lo scorso 19 giugno. Allora il fermo non venne convalidato e l’ex consigliere tornò in libertà su provvedimento del Gip di Agrigento, Stefano Zammuto, ma l’11 luglio venne nuovamente posto agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.
L’operazione antimafia nella quale Giuseppe Scozzari è rimasto coinvolto è quella denominata “Assedio”, che ha fatto scattare diverse misure cautelari nei confronti di presunti vertici e affiliati delle famiglie mafiose di Cosa Nostra di Licata e Campobello di Licata, al termine delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. L’ipotesi di reato a carico dell’ormai ex consigliere comunale di Licata è quella di concorso esterno in associazione mafiosa.
Nei giorni scorsi l’Asp avrebbe avviato le procedure per acquisire le necessarie informazioni dai canali ufficiali, al fine di accertare la veridicità delle notizie riportate dagli organi di stampa nei confronti di Scozzari, che come detto è dipendente dell’Azienda Sanitaria Provinciale.
Secondo la ricostruzione del direttore del servizio personale dell’Asp, lo scorso 16 luglio la segreteria del pubblico ministero della DDA di Palermo avrebbe confermato che Scozzari è stato sottoposto agli arresti domiciliari. L’Asp ha dunque richiamato il contratto collettivo nazionale del lavoro e avrebbe ritenuto “che ricorrono le condizioni per la sospensione immediata dal servizio del dipendente”. Infine, il provvedimento sarebbe stato inoltrato all’ufficio competente “per l’avvio dell’azione disciplinare”.
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