Dei sei fermati, dopo la decisione del Gip, restano tutti in carcere tranne l’unica donna coinvolta a cui è stata data la misura dell’obbligo di firma. L’operazione è quella denominata “Fortino” che ha permesso di mettere in luce presunti giri di droga nel centro storico favarese.
Era stata chiamata operazione “Fortino” per la capacità del presunto gruppo criminale di controllare una parte del centro storico favarese e precisamente la zona di via Reale.
Sei persone, nella notte tra il 3 e il 4 luglio scorsi, vennero arrestate dai carabinieri della locale Tenenza e dai colleghi del Comando Provinciale con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Il provvedimento di fermo di indiziato di delitto venne emesso dalla Procura della Repubblica di Agrigento a firma del pubblico ministero Paola Vetro.
Adesso, al termine dell’udienza di convalida del fermo e su disposizione del Gip del Tribunale di Agrigento, cinque arrestati rimangono in carcere; una sola persona con obbligo di firma. La misura meno afflittiva è stata disposta per la 39enne Alessandra Falsone. In carcere rimangono invece Emanuele Di Dio, 41 anni; Salvatore Stagno, 46 anni; Rosario Crapa, 30 anni; Massimo Crapa, 45 anni, e Abass Bukary, 25 anni, originario del Ghana.
Per come illustrato in conferenza stampa, l’esigenza di intervenire subito con i fermi si era resa necessaria sia a causa della sfrontatezza con cui operava il gruppo criminale sia per il pericolo che lo stesso facesse perdere le proprie tracce.
Le indagini che hanno portato all’operazione antidroga sono partite nel marzo di quest’anno, spinte anche da ripetute ed esasperate richieste di aiuto e segnalazioni da parte di cittadini e commercianti residenti nelle zone dove passava la droga.
Le sostanze stupefacenti “smerciate”, secondo i militari dell’Arma, erano eroina e hashish.
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