Operazione antidroga dei Carabinieri a Favara. 6 le persone fermate, 5 gli italiani. L’operazione, per la capacità del presunto gruppo criminale di controllare una parte del centro storico favarese, è stata denominata “Fortino”.
È stata denominata “Fortino” l’operazione antidroga dei carabinieri che alle prime luci dell’alba ha fatto entrare in azione a Favara tutti i militari dell’Arma della locale Tenenza unitamente a decine di colleghi del Comando Provinciale, alle unità cinofile del Nucleo di Palermo e a un elicottero del 12° Elinucleo Carabinieri di Catania.
È stato portato alla luce un giro di droga nella città dell’agnello pasquale. Ancora una volta il fulcro favarese dello spaccio di stupefacenti si riconferma essere il centro storico della città, la zona retrostante piazza Cavour e i vicoli semisconosciuti e semi diroccati che si diramano intorno a via Reale. La stessa via che già in passato era stata attenzionata dai carabinieri: già nel 2017 fu oggetto di un vasto controllo dei militari.
A illustrare questa mattina i dettagli dell’operazione in conferenza stampa al Comando Provinciale dei Carabinieri di Agrigento sono stati il Comandante Provinciale, Giovanni Pellegrino, il Comandante della Tenenza di Favara, Giovanni Casamassima, e il pm Paola Vetro, della Procura di Agrigento, che ha coordinato le indagini.
Sei le persone fermate con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta di cinque favaresi e un ghanese, sono: Emanuele Di Dio, 41 anni, Salvatore Stagno, 46 anni, Rosario Crapa, 30 anni, Massimo Crapa, 45 anni, Alessandra Falsone, 39 anni e Abass Bukary, 25 anni.
L’esigenza di intervenire subito con i fermi si è resa necessaria, spiegavano in conferenza stampa i militari, sia per la sfrontatezza con cui operava il gruppo criminale sia per il pericolo che lo stesso facesse perdere le proprie tracce.
Le indagini che hanno portato all’operazione antidroga sono partite nel marzo di quest’anno, spinte anche da ripetute ed esasperate richieste di aiuto e segnalazioni da parte di cittadini e commercianti residenti nelle zone dove passava la droga.
Le sostanze stupefacenti “smerciate”, secondo i militari dell’Arma, erano eroina e hashish. L’eroina, da notare – è stato evidenziato in conferenza stampa il ritorno in voga di questo stupefacente – sarebbe stata acquistata e assunta principalmente da tossicodipendenti. Il consumatore medio dell’hashish, ricostruiscono gli inquirenti, è invece il giovane o giovanissimo italiano, anche studente che frequenta gli istituti scolastici della città di Favara. Giovani che, magari all’uscita della scuola o prima di andare a fare un aperitivo, si sarebbero addentrati tra i vicoli del centro storico di Favara per acquistare lo stupefacente.
Il giro d’affari complessivo registrato nel corso dell’intera operazione è stato stimato in oltre 35mila euro, con una media al giorno di 20 scambi di stupefacente, 30 grammi di “roba” venduta e un guadagno medio che si aggira intorno ai 500 euro.
Per sottrarsi all’attenzione dei carabinieri, i presunti pusher si sarebbero avvalsi anche di un jammer, un disturbatore di frequenze che impedisce ai cellulari di trasmettere o ricevere onde radio. Ai controlli dei militari – ricostruiscono gli stessi -, si sarebbero fatti trovare “puliti” cedendo temporaneamente la droga a dei bambini.
I presunti “pusher” avrebbero agito in due gruppi, conoscendo ognuno la presenza dell’altro nella stessa area ma convivendo sostanzialmente in maniera serena tra loro.
Questa mattina i carabinieri hanno rastrellato anche gli edifici diroccati del centro storico di Favara, che secondo le loro ricostruzioni venivano utilizzati dai pusher per nascondere le dosi di droga.
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