La Ong “Mare Jonio”, nella serata di ieri, ha ormeggiato al molo di Lampedusa e sono stati fatti sbarcare i quasi 50 migranti soccorsi nelle acque libiche. Intanto la nave è stata sequestrata e sul caso la Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Dopo essersi tenuta a un miglio e mezzo dalla costa di Lampedusa, nella serata di ieri la nave Ong “Mare Jonio” con a bordo 49 migranti è sbarcata nella maggiore delle isole Pelagie.
Gli extracomunitari sono stati soccorsi in acque libiche dalla nave italiana. Appena questa ha ormeggiato al molo è partito il grido “liberté… liberté”. Una volta sbarcati, hanno passato la prima notte all’hotspot di contrada Imbriacola.
Sul caso la Procura della Repubblica di Agrigento, con in testa il procuratore Luigi Patronaggio e il vice Salvatore Vella, ha aperto un fascicolo d’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Atto che al momento sarebbe contro ignoti, ma non si esclude che si possa sviluppare con i primi iscritti nel registro degli indagati.
Fin dalla notte tra lunedì e ieri, la Procura ha seguito la vicenda. I magistrati si sarebbero tenuti in costante contatto con Capitaneria di Porto e Guardia di Finanza e avrebbero vagliato anche le comunicazioni via radio tra le Fiamme Gialle e il comandante dell’imbarcazione.
I finanzieri hanno notificato al comandante il sequestro probatorio della nave. Quest’ultimo sarebbe stato convocato d’urgenza dalla Guardia di Finanza di Lampedusa e pare che nelle prossime ore, se non è già stato fatto, l’equipaggio possa essere ascoltato dalla polizia giudiziaria. I migranti sbarcati sarebbero stati sentiti e avrebbero raccontato di essere stati rispediti per cinque volte in Libia nei loro tentativi di attraversare il Canale di Sicilia. Il procuratore aggiunto Salvatore Vella si sarebbe recato a Lampedusa per coordinare di persona le indagini.
Secondo quanto si legge su Ansa, il ministro dell’Interno Matteo Salvini avrebbe detto a Radio Radio: “È certo che questa imbarcazione non abbia soccorso naufraghi che rischiavano di affogare ma si sia inserita in un traffico di esseri umani, organizzato, concordato e programmato”.
“Ignorate le indicazioni della Guardia Costiera libica che stava per intervenire – avrebbe aggiunto in altre sede il vicepremier -, la scelta di navigare verso l’Italia e non in Libia o Tunisia, mettendo a rischio la vita di chi c’è a bordo, ma soprattutto disobbedendo alla richiesta di non entrare nelle acque italiane. Questa non è stata un’operazione di salvataggio – ha aggiunto Salvini -. Questo è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.
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