Mafia, droga, armi e sequestro di persona. La DIA arresta oltre 30 persone: disarticolata la famiglia mafiosa di Agrigento.
Operazione Kerkent all’alba di oggi della DIA ad Agrigento, Palermo, Trapani, Catania, Ragusa, Vibo Valentia e Parma. La DDA di Palermo, su coordinamento della locale Procura Distrettuale Antimafia, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 32 persone ritenute responsabili, tra l’altro, di associazione mafiosa, partecipazione e concorso in associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, detenzione abusiva di armi, sequestro di persona a scopo di estorsione aggravato e danneggiamento mediante incendio.
L’odierna operazione della DIA avrebbe permesso di disarticolare un’associazione per delinquere con base operativa ad Agrigento e ramificazioni, in particolare, nel palermitano e in Calabria, dedita all’organizzazione sia degli aspetti operativi che di quelli logistici di un’intensa attività di traffico di sostanze stupefacenti, attraverso uno strutturato gruppo criminale armato.
Ecco le persone raggiunte dalla misura cautelare: James Burgio, 25 anni di Porto Empedocle; Salvatore Capraro, 19 anni di Villaseta; Angelo Cardella, 43 anni di Porto Empedocle; Marco Davide Clemente, 25 anni di Palermo; Fabio Contino, 20 anni di Agrigento; Sergio Cusumano, 56 anni di Agrigento; Alessio Di Nolfo, 33 anni di Agrigento; Francesco Di Stefano, 43 anni di Porto Empedocle; Daniele Giallanza, 47 anni di Palermo; Eugenio Gibilaro, 45 anni di Agrigento; Angelo Iacono Quarantino, 24 anni di Porto Empedocle; Pietro La Cara, 42 anni di Palermo; Domenico La Vardera, 38 anni; Francesco Luparello, 45 anni di Realmonte; Domenico Mandaradoni, 31 anni di Tropea; Antonio Massimino, 51 anni di Agrigento; Gerlando Massimino, 31 anni di Agrigento; Saverio Matranga, 41 anni di Palermo; Antonio Messina, 61 anni di Agrigento; Giuseppe Messina, 38 anni di Agrigento; Valentino Messina, 56 anni di Porto Empedocle; Liborio Militello, 58 anni di Agrigento; Gregorio Niglia, nato Tropea e residente a Briatico, 36 anni; Andrea Puntorno, 42 anni di Agrigento; Calogero Rizzo, 49 anni di Raffadali; Francesco Romano, 33 anni nato a Vibo Valentia e residente a Briatico; Vincenzo Sanzo, 37 anni di Agrigento; Attilio Sciabica, 31 anni di Agrigento; Luca Siracusa, 43 anni di Agrigento; Giuseppe Tornabene, 36 anni di Agrigento; Calogero Trupia, 34 anni di Agrigento e Francesco Vetrano, 34 anni di Agrigento.
Contestualmente a questa operazione si aggiunge anche un altro provvedimento eseguito dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento di ulteriori 2 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone accusate di concorso in sequestro di persona e violenza sessuale, aggravati dal metodo mafioso. Si tratta di Gabriele Micciché di 28 anni, ritenuto braccio operativo del boss Antonino Massimino, e Salvatore Gangi di 45 anni, commerciante di auto, che sono stati posti ai domiciliari. I carabinieri hanno notificato in carcere anche un’ordinanza di custodia cautelare per il boss 50enne Antonio Massimino, arrestato recentemente con l’accusa di aver ordinato il sequestro di persona e di aver commesso una violenza sessuale. Nello specifico, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, nell’ottobre scorso Gangi sarebbe stato truffato da un 38enne agrigentino che avrebbe acquistato un’auto con un assegno scoperto. Anziché rivolgersi alle forze dell’ordine e denunciare la truffa, si sarebbe rivolto a Massimino che insieme a Micciché avrebbe portato il 38enne, reo di aver commesso la truffa, in un covo di Agrigento per poi successivamente portarci anche la moglie dell’uomo. Sotto la minaccia delle armi, Massimino avrebbe anche palpeggiato nelle parti intime la 34enne.
L’operazione Kerket ha messo in luce la figura criminale di Antonio Massimino.
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