La mozione di sfiducia è stata discussa ieri in aula consiliare ma non è passata. Emilio Messana resta il sindaco di Racalmuto.
10 i “sì” e 4 i “no”, ma, per passare, la mozione di sfiducia necessitava di almeno 12 voti favorevoli. E dire che a firmarla erano stati 14 consiglieri comunali su 15. Saranno stati forse l’azzeramento della giunta e la nomina di nuovi assessori, avvenuti qualche ora prima, a far cambiare idea a qualche consigliere? Fatto sta che la pubblica assise di Racalmuto, convocata ieri per discutere la sfiducia del sindaco Emilio Messana, alla fine l’ha “salvato”.
L’ex segretario provinciale del PD mantiene dunque la carica di primo cittadino nonostante la sfiducia fosse stata inizialmente presentata da tutti i consiglieri tranne uno. Evidentemente c’è stato qualche ripensamento. La discussione di ieri è stata comunque animata, fatta di attacchi al sindaco per il suo operato – o per alcuni mancato operato – e di botta e risposta. Alle prime battute della pubblica assise si è dimesso un consigliere comunale.
A far cambiare le carte in tavola potrebbe essere stato il “senso di responsabilità” di qualche consigliere o forse, come detto, l’azzeramento della giunta di Messana, operato dal sindaco in extremis. Fuori dall’esecutivo il vicesindaco Carmela Matteliano e gli assessori Salvatore Petruzzella e Valerio Canicattì. Il giorno prima della discussione della mozione di sfiducia si era dimesso l’assessore Oriana Penzillo.
Dentro Calogero Giglia, Rosario Canicattì, Cinzia Leone e Valentina Zucchetto, le ultime due facenti parte della lista Borsellino che nel tempo ha fatto ora l’opposizione, ora parte della giunta Messana in questi anni di legislatura.
Quella di ieri è la seconda sfiducia dalla quale Emilio Messana esce vincitore. Già nel 2016 una mozione era stata discussa in aula, ma anche in quel caso non passò. Il primo cittadino, espressione del PD, fu eletto sindaco di Racalmuto nel 2014 e si trova praticamente agli ultimi mesi della sua legislatura. A seguito della mozione di sfiducia che ieri non è passata, dunque, la città della Ragione andrà a nuove amministrative al massimo tra qualche mese.
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