Giallo sulla scomparsa di Gessica, i carabinieri del Ris e due unità cinofile nell’agrigentino.
Fra i primi luoghi ispezionati terreni di proprietà dell’ex compagno, Filippo Russotto. Intanto in carcere l’ex datore di lavoro della 27enne per un’altra vicenda.
Giallo sulla scomparsa della favarese Gessica Lattuca. A breve si potrebbe arrivare a una svolta nelle indagini.
I carabinieri del Ris, dopo un primo vertice stamattina presto ad Agrigento per concordare tutti gli obiettivi da perquisire, hanno nella tarda mattinata di oggi iniziato a ispezionare alcuni posti e luoghi dove si pensa la donna possa essere stata prima o dopo la sua scomparsa.
Si è partiti con la casa di campagna di Filippo Russotto in zona Burraitotto, nelle campagne di Naro, in una via sulla SS 576.
L’ispezione ha interessato la casa chiusa e disabitata da circa 14 anni dove non c’è nemmeno l’energia elettrica.
L’ex compagno di Gessica Lattuca, nonché padre di tre dei quattro figli, è infatti fra i primi destinatari della perquisizione.
Russotto – che non è iscritto nel registro degli indagati – stamani è stato alla tenenza dei Carabinieri di Favara dove gli è stato notificato il provvedimento di perquisizione.
I Carabinieri del Ris, quelli della tenenza di via Olanda, guidata dal tenente Giovanni Casamassima, e i carabinieri di Agrigento si sono poi spostati nella casa di Russotto.
“I Carabinieri del Ris – ci dice l’avvocato di famiglia, Salvatore Cusumano, – hanno ispezionato il forno di campagna, quello utilizzato per le pizze, e un vecchio pozzo d’acqua per poi passare all’interno dell’abitazione e quindi con i cani molecolari cercare nel terreno di proprietà.
Al termine il passaggio dei carabinieri in città a casa del Russotto”.
Ma le ricerche si estenderanno probabilmente in altri luoghi non di proprietà di Russotto. È quindi probabile che le attività del Ris e di due unità cinofile continueranno anche nei prossimi giorni.
Insomma, si cercano tracce per costruire un puzzle intricato di vicende.
Coinvolto in fatti apparentemente non collegati tra loro è anche l’ex datore di lavoro di Gessica, Gaspare Michele Volpe, che ieri è stato tradotto in carcere dopo un’altra vicenda, una condanna definitiva per minacce nei confronti dell’ex moglie. L’uomo deve scontare 9 mesi di reclusione.
Lo stesso Volpe, a cui giorni fa era stata incendiata l’auto in via Bolzano, sarebbe coinvolto ancora in un’altra vicenda legata a un tentativo di estorsione e a una estorsione ai danni di tre compaesani.
Nello stesso procedimento è indagato uno spacciatore che -secondo quanto emerso dalle indagini- lo riforniva di droga.
A seguito di intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate per questa vicenda sarebbe emerso anche che Volpe gestiva un giro di prostituzione, reclutando attraverso un suo stretto collaboratore, N.F. , donne bisognose. Le faceva prostituire per poi pagarle con alimenti, pare addirittura con un solo panino imbottito, o con dosi di droga.
E in questo giro sarebbe entrata anche Gessica Lattuca e una sua amica, originaria di Aragona.
Insomma, come detto, ci sono vicende legate alle estorsioni, alla droga e alla prostituzione che vedono protagonista il favarese Volpe.
E la favarese 27enne scomparsa da Favara dallo scorso 12 agosto rientrerebbe in due di queste.
L’inchiesta per la scomparsa di Gessica Lattuca è ancora contro ignoti.
La Procura, nelle ultime settimane, ha modificato il fascicolo e si ipotizza – ma serve solo per consentire determinati accertamenti tecnico-investigativi – il sequestro di persona.
L’impressione che si ha è che l’inchiesta sia arrivata a una svolta. Nelle prossime ore, dopo l’intervento dei Ris, si avranno probabilmente maggiori dettagli.
Forse pure con posti e persone non strettamente legati con i fatti di oggi.
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