Il giovane morì nella notte tra il 16 e il 17 dicembre del 2012 quando, a seguito di un incidente stradale avvenuto con la sua Citroën C3 in c.da Gasena, lungo la statale 640, perse la vita a causa di uno shock emorragico all’interno della sala operatoria del nosocomio agrigentino, dove arrivò gravemente ferito.
Sabato scorso la sentenza. Secondo le conclusioni del magistrato, Rigoli morì non a causa della negligenza dei sanitari, ma a motivo dei gravi traumi dovuti all’incidente. Una situazione molto grave che è costata la vita al 19enne, a prescindere dall’operato dei medici.
Per i due imputati il pm Manuela Sajeva aveva chiesto la condanna. Quattro anni di reclusione per Sutera Sardo e 2 anni e 6 mesi per Napolitano. Secondo l’accusa, l’ex primario del reparto di Chirurgia sarebbe arrivato in sala operatoria solo due ore dopo essere stato chiamato (Napolitano ha imputato la colpa del ritardo al maltempo); mentre a Sutera Sardo è stato contestato il non essere intervenuto chirurgicamente per tamponare l’emorragia in attesa dell’arrivo del primario.
Il processo inizialmente teneva in considerazione altri quattro medici, indagati per omicidio colposo, le cui posizioni sono state archiviate. I consulenti delle varie parti, nella ricostruzione dei fatti, hanno dato nel tempo pareri diametralmente opposti tra di loro, tanto da indurre il giudice a nominare dei periti che in conclusione avevano lasciato qualche margine di dubbio rispetto alla posizione dei medici.
Nelle scorse settimane i genitori di Rigoli avevano chiesto a gran voce che si giungesse celermente a una sentenza, in quanto il processo era non lontano dalla prescrizione. Genitori che sostenevano la condanna degli imputati. Il caso non è giunto alla sua archiviazione, ma la sentenza – appunto – è stata di assoluzione.
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