La richiesta, fatta al termine della requisitoria davanti al Gup del Tribunale di Agrigento, tiene conto anche dell’aggravante della crudeltà del gesto. Riggio avrebbe infatti sferrato 27 coltellate contro Mattina, usando un coltello da cucina lungo oltre 20 centimetri.
La procura, comunque, non ha contestato l’aggravante della premeditazione che è stata invocata con forza invece dalla parte civile, rappresentata dall’avvocato Salvatore Cusumano. Il legale avrebbe puntualizzato come l’omicidio sarebbe scaturito da un duplice movente: quello lavorativo, legato ad alcuni dissidi tra vittima e imputato, e quello della gelosia.
Cusumano avrebbe fatto leva su alcune intercettazioni effettuate in carcere – mentre il reo confesso parla con il padre – dalle quali emergerebbe questo ultimo aspetto.
Sempre secondo le intercettazioni avvenute in carcere, emergerebbe che Riggio avrebbe pianificato già prima dell’omicidio il trasferimento definitivo della famiglia da Favara a Palermo. Proprio ai poliziotti di Brancaccio, nel capoluogo siciliano, l’imputato si consegnò poche ore dopo l’assassinio.
Il processo è stato rinviato al 14 giugno. Sarà la volta della discussione del difensore di Giovanni Riggio.
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