La norma prevista dal decreto legge n.91 del 20 giugno 2017 impone infatti anche alle farmacie di far pagare il sacchetto visto che quest’ultimo deve risultare nello scontrino. Secondo la legge infatti il prezzo di vendita di qualunque tipo di borsa di plastica fornita ai consumatori deve essere tracciata e così anche quando compreremo i farmaci toccherà sborsare dei centesimi a busta. I prezzi varieranno a seconda della grandezza del contenitore: si va dai 2 centesimi per i sacchetti più piccoli ai 5 per quelli di medie dimensioni fino ai 7–10 centesimi per i più grandi.
Molti quelli che vivono questa obbligatorietà come se si trattasse di una ”tassa” odiosa e non intendono sottostarvi, tanto da promettere battaglia. Anche sui social media si è scatenata la protesta: chi promette di pesare ogni singolo prodotto (dalla frutta alla verdura) così da non dover pagare il sacchetto e chi invece immagina di andare a fare la spesa con le buste portate direttamente da casa (cosa vietata dalla legge).
Dai supermercati all’ortofrutta, dalle profumerie alle farmacie; insomma dal primo gennaio si vanno ad aggiungere ulteriori ”tasse” che andranno a incidere, seppur in maniera limitata, sulle già precarie condizioni economiche degli italiani.
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