È stato rigettato il ricorso presentato dai suoi legali, gli avv. Diego Galluzzo e Calogero Petix, che chiedevano l’annullamento del provvedimento del gip Stefano Zammuto.
Il 42enne, con 4.357 voti, era risultato primo dei non eletti all’ARS con il Movimento 5 Stelle alle scorse regionali del 5 novembre.
Insieme a Fabrizio coinvolto nella vicenda anche il fratello Salvatore La Gaipa, socio dell’attività, per il quale era stato disposto il divieto di dimora ad Agrigento.
I due, ma per lo più Fabrizio, in quanto il fratello si occupava marginalmente della gestione del personale, sono accusati di aver preteso dai propri dipendenti la restituzione di parte dello stipendio che veniva loro corrisposto, compresi gli 80 euro del bonus Renzi.
Uno di questi dipendenti, un cuoco dell’albergo, ha registrato di nascosto delle conversazioni nelle quali si sarebbero sentiti di termini e di modalità per la restituzione delle somme.
La Gaipa si è sempre difeso. I suoi legali parlano di complotto politico interno al Movimento 5 Stelle ed incentrano la loro tesi difensiva sui tempi di consegna dell’audio, avvenuta a poche settimane dalle elezioni regionali nonostante fosse stato registrato mesi prima.
Tesi che non è bastata ai giudici del Riesame che hanno confermato l’ordinanza firmata dal gip Zammuto.
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