L’indagine, che si è svolta durante l’anno 2016, prende avvio da diverse denunce – una trentina – da parte delle vittime delle truffe e avrebbe portato alla luce una presunta organizzazione finalizzata a compiere raggiri su noti siti web di acquisti online. Promotore e organizzatore della banda è per gli inquirenti Cristoforo Famà, 35enne, per il quale è scattata la misura cautelare dei domiciliari. Per gli altri coinvolti, tutti licatesi, sono scattati invece 3 obblighi di dimora e tre obblighi di presentazione alla Polizia Giudiziaria. A firmare le misure cautelari il gip Alfonso Malato. L’accusa a vario titolo è quella di associazione per delinquere finalizzata alle truffe online.
A esporre i dettagli il Capitano Marco Currao, comandante della compagnia dei Carabinieri di Licata, il Comandante del Reparto Operativo di Agrigento Ten. Col. Rodrigo Micucci e il Luogotenente Paolo Calatozzo, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Licata. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti i presunti truffatori avrebbero pubblicato foto di autovetture e motori – anche non di loro proprietà – su siti di acquisti online, proponendo il tutto a prezzi scontati per attirare potenziali acquirenti. Si sarebbero poi fatti pagare la caparra tramite carte prepagate, distrutte dopo avere prelevato la somma, senza ovviamente spedire nulla di ciò che il malcapitato credeva di avere comprato.
Una tentata truffa avrebbe riguardato, comunicano gli inquirenti, anche un terremotato di Amatrice. Oltre alle vetture, sarebbero stati messi ”in vendita” anche animali domestici, principalmente cani e gatti. Un giro d’affari che si sarebbe aggirato intorno ai 6mila euro al mese. L’invito lanciato dalle Forze dell’ordine, al termine della conferenza, è quello di prestare attenzione al commercio online e di informarsi bene prima di effettuare acquisti.
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