La decisione è stata spiegata in sei pagine dall’Avvocatura Generale dello Stato nelle quali si legge che “la perdita dell’assegno vitalizio al condannato in via definitiva ad una pena superiore a 5 anni trova immediato fondamento nel secondo comma dell’articolo 28 e nell’articolo 29 del codice penale rappresentando l’effetto automatico della pena accessoria dell’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici”.
Nei prossimi giorni il Presidente dell’ARS, Giovanni Ardizzone, firmerà il provvedimento di revoca.
Un provvedimento che adesso potrebbe trovare applicazione anche su altri parlamentari, siano essi nazionali e regionali, che si trovano nella stessa situazione del raffadalese Cuffaro.
La perdita del vitalizio deve scattare automaticamente ogni volta che un deputato o consigliere viene condannato in via definitiva e subisce anche la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici.
Tutti gli Enti pubblici dovrebbero agire secondo le indicazioni espresse dall’Avvocatura dello Stato.
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