Sono queste le conclusioni della perizia psichiatrica e psicologica alle quali sono giunti Domenico Micale, psichiatra di Palermo e Alessandro Meli, psicologo di Agrigento.
Secondo i due medici che sono stati incaricati dal Gup di Agrigento Francesco Provenzano, le motivazioni del gesto di Antonino Baio appaiono “piuttosto ascrivibili a peculiari atteggiamenti culturali che ritengono la dignità, la reputazione e il rispetto fattori di massima rilevanza”.
E’ la stessa ipotesi alla quale erano giunti, fin dalle prime fasi delle indagini, gli inquirenti della Tenenza Carabinieri di Favara ed il Pm, Salvatore Vella.
Subito dopo l’omicidio, Baio a bordo della sua Mercedes Classe C, si presentò ai Carabinieri della Caserma di via dei Mille per confessare il fatto, consegnando anche pistola e cartucce.
La prossima udienza in sede di giudizio abbreviato è fissata per domani, giovedì 28 novembre, con l’audizione dei due periti.
La perizia dei medici Meli e Micale definirebbe adesso una questione decisiva per l’esito del processo che si sta celebrando al Tribunale di Agrigento perché, non essendo stata accertata l’incapacità di intendere e di volere dell’imputato, non ci sarebbe alternativa alla condanna.
Anche l’avvocato di parte civile Antonino Gaziano, che assiste i familiari della vittima, ha chiesto e ottenuto di effettuare una consulenza di parte affidando l’incarico allo psichiatra Leonardo Giordano e alla psicologa Antonella Alessi.
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