Sognano un mondo pulito, affrancato da segnalazioni ma, se utile per ottenere un lavoro, sette ragazzi su dieci confessano che si farebbero raccomandare. Lo rivela una ricerca condotta dall’Eures su un campione di 3mila ragazzi in Italia: negli ultimi anni, secondo il 45% degli intervistati il fenomeno delle raccomandazioni e’ aumentato, mentre e’ diminuito per il 4,6%. Contrari sono soprattutto i ragazzi del Sud, 66,7% rispetto al 63,8% del Centro e al 55,7% del Nord. Le donne dicono ‘no’ piu’ degli uomini: 66,9% contro 58,1%. Tra chi si dice contrario alla ‘spintarella’, il 47,8% ritiene che faccia andare avanti chi non lo merita; per il 22,2% e’ ingiusta perche’ puo’ disporne solo una minoranza; per il 15,2% crea i presupposti di una cultura mafiosa. Oltre 8 intervistati su dieci, invece, pensano che la raccomandazione serva per ottenere un lavoro: i giovani del Centro (54,7%) e del Sud (53,3%), tra i 25 e i 29 anni (61,8%), la ritengono indispensabile per avere un impiego pubblico. Il 32,6% ritiene che farsi raccomandare generi una perdita di autostima, problema avvertito piu’ dai giovani del Sud (35,9%), mentre al Nord e’ piu’ temuta la considerazione dei colleghi (32,5% contro il 28,4% del totale).
In Italia 7 giovani su 10 dicono si’ alla raccomandazione
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