Dal pre al post scuola, dalle gite alla mensa e ai corsi. Non tutti sanno che è possibile detrarre il 19% su molte delle spese scolastiche da affrontare per i propri figli.
Mandare i propri figli a scuola rappresenta un impegno anche economico per le famiglie che devono far fronte a varie spese necessarie per la formazione delle nuove generazioni. Non tutti sanno però che è possibile detrarre parte delle spese per la scuola.
Con la detrazione Irpef si risparmia il 19% di tutte le spese direttamente legate alla frequenza di scuole materne, elementari, medie e superiori. Questa possibilità riguarda quanti frequentano gli istituti pubblici, statali e degli enti locali e le scuole private paritarie.
Per l’anno scolastico 2018/2019 il tetto di spesa detraibile corrisponde a 786 euro, ciò significa che tutte le spese che verranno effettuate oltre questa somma non saranno detraibili del 19%. Quindi chi ha figli che vanno a scuola può detrarre dalla spesa scolastica un massimo di circa 150 euro, corrispondenti appunto al 19% di 786 euro.
Tra le spese legate alla frequenza scolastica risultano detraibili anche le somme versate per l’iscrizione alle scuole private. Per tutte le scuole, comprese sempre quelle private, lo sconto d’imposta è riconosciuto per: la mensa e gli eventuali servizi integrativi di assistenza alla mensa; i servizi pre e post scuola; le spese per le gite; l’assicurazione scolastica; i corsi (ad esempio di lingua o teatro) svolti anche al di fuori dell’orario scolastico e senza obbligo di frequenza, purché si tratti di corsi deliberati dall’istituto.
Nessuna detrazione invece per le spese relative all’acquisto di libri e al materiale di cartoleria.
Per detrarre il 19% dalle spese scolastiche è importante conservare i documenti che attestino il pagamento, quali certificati, ricevute di bonifichi bancari o dei bollettini postali.
È presente anche uno sconto fiscale che riguarda gli studenti con disturbo specifico dell’apprendimento. In questo caso la detrazione del 19% non ha un tetto massimo di spesa ed è riconosciuta, fino alla fine della scuola superiore, anche sull’acquisto di strumenti compensativi e di sussidi tecnici. Questa volta, oltre alla ricevuta della spesa sostenuta, è necessario anche un certificato medico che attesti il collegamento tra i sussidi acquistati e il tipo di disturbo diagnosticato.
Secondo una ricerca della Doxa – istituto specializzato in sondaggi, ricerche di mercato e analisi – quasi un italiano su due non sa che può detrarre il 19% delle spese per la scuola dei figli, mentre un altro 8% sceglie consapevolmente di non approfittarne. A poterne usufruire in Italia sono oltre 8 milioni di studenti di ogni ordine e grado.
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