MESSINA – Cinque ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dalla Dia di Roma su disposizione della Direzione distrettuale antimafia della capitale nei confronti di una presunta organizzazione mafiosa a carattere internazionale, che aveva progettato di inserirsi negli appalti previsti per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina.
Tra le persone arrestate c’è anche il boss canadese, ritenuto il capo indiscusso dell’organizzazione, Vito Rizzuto, legato alla famiglia mafiosa Cuntrera. Il boss è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare nel carcere di Montreal, dove è stato rinchiuso dopo essere stato accusato di un triplice omicidio avvenuto a New York.
Le indagini del centro operativo della Dia di Roma hanno consentito di individuare la struttura criminale, che storicamente era rivolta al traffico internazionale di droga e riciclaggio, in collegamento con la famiglia Cuntrera–Caruana, che questa volta, invece, aveva orientato i propri interessi all’acquisizione dell’importante appalto pubblico.
I provvedimenti cautelari riguardano, oltre Rizzuto (originario della provincia di Agrigento), l’ingegnere Giuseppe Zappia, ottantenne, nato in Francia, vissuto fra il Canada e gli Emirati Arabi, domiciliato a Roma, imprenditore con esperienze nel campo delle grandi opere pubbliche che, avvalendosi della collaborazione del broker Filippo Ranieri (domiciliato a Montreal), l’imprenditore Sivalingam Sivabavanandan (domiciliato a Londra) e Hakim Hammoudi (domiciliato a Parigi), secondo gli inquirenti è stato «inviato» da Rizzuto in Italia con il compito di reinvestire gli ingenti capitali di cui dispone l’organizzazione mafiosa (più di quattro milioni di euro) per cercare di aggiudicarsi appalti relativi alla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina.
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