Pendolaria 2018. La linea ferroviaria Agrigento-Palermo tra le peggiori 10 d’Italia. Lo si evince dal report annuale di Legambiente.
Il tempo di percorrenza, salvo imprevisti e per il treno più veloce, è di 1 ora e 55 minuti. La velocità media è di 67 km/h e sono 12 le coppie di treni che quotidianamente percorrono la linea, lunga 137 km ed elettrificata negli anni ’90.
La tratta ferroviaria Agrigento-Palermo, anche quest’anno, si riconferma tra le 10 peggiori d’Italia. Questo è il bilancio tracciato da Legambiente nel rapporto Pendolaria 2018 che dipinge un quadro simile a quello dell’anno precedente.
Per la Agrigento-Palermo, nel rapporto si legge come, malgrado la domanda di spostamento tra le due città sia molto rilevante, solo una percentuale bassa si sposta sulle rotaie. Questo perché i treni sono pochi rispetto alla capacità della linea e per giunta risultano molto spesso in ritardo, specialmente quando le avverse condizioni meteo causano frane e allagano i binari.
La situazione ferroviaria della Sicilia, in generale, non è delle più rosee. Dal 2010 al 2018 sono stati operati tagli ai servizi per un -5,6% e allo stesso tempo le tariffe sono aumentate dell’ 11,4%. I pendolari siciliani, inoltre, viaggiano con dei treni “vecchi” la cui età media è tra le più alte d’Italia.
Pendolaria 2018 individua inoltre 26 opere, su tutto lo Stivale, il cui completamento sarebbe molto utile per i pendolari e per migliorare la qualità degli spostamenti per oltre 12 milioni di persone. “Il problema – si legge nella ricerca di Legambiente – è che mancano le risorse per completarle”.
Tra le “incompiute”, due sono le siciliane. Una riguarda le linee tranviarie di Palermo. Per completare il progetto, che prevede un bacino d’utenza di 150 mila abitanti, servono 698 milioni di euro. Quelli disponibili sono 426, dunque mancano altri 272 milioni. L’altra opera siciliana il cui completamento risulta importante secondo il parere di Legambiente è l’elettrificazione e il potenziamento della linea Siracusa-Ragusa-Gela. Il bacino d’utenza in questo caso è ancora più ampio, ben 580 mila abitanti; per effettuare i lavori servirebbero 235 milioni di euro, ma non sarebbe disponibile nessun finanziamento.
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