Lo scorso 21 giugno era arrivata l’assoluzione perché il fatto non sussiste. A distanza di tre mesi arrivano le motivazioni del processo: l’ex presidente della provincia Eugenio D’Orsi, secondo i giudici della Corte di appello di Palermo, non ha fatto alcuna spesa illegittima.
I giudici della prima sezione della Corte di appello di Palermo hanno depositato le motivazioni del processo che hanno visto l’assoluzione dell’ex presidente della Provincia Eugenio D’Orsi. “Nessuna spesa illegittima”, secondo i giudici. Ricordiamo che lo scorso 21 giugno era arrivata l’assoluzione perché “il fatto non sussiste”.
In primo grado D’Orsi era stato condannato a un anno di reclusione per abuso d’ufficio ottenendo l’assoluzione da oltre trenta capi di imputazione. In particolare, secondo il collegio di giudici del tribunale di Agrigento, presieduto da Giuseppe Melisenda Giambertoni, D’Orsi non aveva documentato adeguatamente il fine istituzionale di diverse spese, qualcuna consumata anche in autogrill o in ristoranti non proprio di lusso, di cui aveva ottenuto il rimborso. I giudici di appello hanno ritenuto insussistente anche questa accusa. Fra le spese contestate anche uno scontrino di 6 euro di un autogrill. A distanza di tre mesi arrivano le motivazioni dell’assoluzione. La difesa di D’Orsi, gli avvocati Daniela Posante e Giuseppe Scozzari, ha dunque fornito piena prova della riconducibilità delle spese all’attività istituzionale.
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